Occhi senza vita di Ruth Rendell, Il Giallo Mondadori Big 2024.

Non mi capitava da tempo di leggere un libro tutto d’un fiato senza prendere appunti. Non mi capitava davvero da tanto tempo. Per cui non so come verrà questa recensione. Butterò giù d’istinto, secondo quello che mi è rimasto dentro.

Tre storie, tre vite principali corredate da altre che si intersecano. Tre vite particolari come quella  di Teddy trascurato in modo indecente dai giovani genitori. La madre occupata ad ingurgitare cibo e fumare, il padre sfaticato tutto preso dalla televisione, lo zio Keith fissato con le auto. Niente sentimento, niente affetto. E Teddy si ritroverà, dopo la morte dei genitori,ad ucciderlo così, in maniera istintiva, quasi naturale, infilandolo nel portabagagli della sua spider rossa.

La sua vita si intreccerà con quella di FrancineHill, ragazza che ha ricevuto un trauma da piccola con il brutale omicidio della mamma mentre era chiusa in castigo nella propria stanza, incapace a parlare per molto tempo e poi sottomessa dalla matrigna psicologa Julia Gregson. 

E anche con quella della bella Harriet dal cognome impossibile tutta tesa a sfruttare la propria bellezza e tradire senza troppi problemi, fino a quando si rende conto che non è più attraente come prima.

Saremo di fronte ad uno svisceramento, continuo, ininterrotto dei principali protagonisti. A fantasie, sogni, paure, incubi, orrori, ricordi che affiorano all’improvviso insieme a rabbia e isterismo. Francine si sente bloccata nel suo percorso di crescita dall’atteggiamento oppressivo di Julia che ha paura di perderla, desidera essere libera di agire e diventare se stessa. In suo soccorso verrà proprio Teddy, e allora nascerà l’amore insieme ai brividi, ai baci, alle difficoltà sessuali del giovane.

Non mancheranno altri morti uccisi, altre situazioni complesse e complicate in una girandola di improvvisi cambiamenti di scena e prospettiva all’interno e all’esterno dei personaggi. Un carosello di sorprese, emozioni e sensazioni come solo la Rendell riesce a trasmettere. E noi siamo lì, attratti, coinvolti e travolti dagli eventi, presi quasi dall’ansia di conoscere il loro sviluppo e la loro fine.

Buona lettura