Trentacinquesima avventura del Principe delle Spie Malko Linge, in questa nuova ristampa di “Segretissimo SAS” (Mondadori), questo gennaio in edicola: Roulette cambogiana (Kill Henry Kissinger!, 1974) del compianto Gérard de Villiers.

Per sapere TUTTO della vita editoriale italiana del personaggio, si rimanda agli Archivi di Uruk.

La trama

Come ci è finito Malko in un angolo sperduto della giungla cambogiana? È lui il primo a chiederselo, mentre piovono colpi di mortaio sulla linea del fronte che divide le truppe governative dai khmer rossi in avanzata su Phnom Penh. L’obiettivo è il generale Krom: braccio destro del maresciallo Lon Nol sostenuto dal governo americano, è diventato un ostacolo per i piani della CIA e dev’essere tolto di mezzo senza troppo rumore. Più facile a dirsi che a farsi, visto che il generale sospetta di chiunque ed è capace di scannare personalmente i suoi nemici. A Malko non piace l’idea di ritrovarsi tagliato a fettine, ma è un’eventualità tutt’altro che remota in un paese sprofondato in un bagno di sangue dove le più atroci crudeltà sono all’ordine del giorno. Sopravvivere in quell’inferno è come giocare alla roulette russa in versione locale. Non basta allora essere il miglior agente sulla piazza, ci vuole anche una buona dose di fortuna. E il Principe delle Spie ama il rischio calcolato. L’azzardo molto meno.

L’incipit

— La cosa migliore dei comunisti è il fegato.

Il generale Oung Krom aveva sulla faccia un sorriso glaciale mentre osservava il soldato governativo che stava aprendo a gran colpi di pugnale da commando lo stomaco del khmer rosso disteso ai suoi piedi. Il prigioniero, legato con del filo elettrico, era un ragazzo giovanissimo, con la faccia rotonda deformata dal dolore. Una scheggia di mortaio gli aveva stracciato il ventre.

Il soldato, scostando ancora di più l’uniforme verdastra, gli aprì il costato per tirar fuori il fegato e la vescica biliare.

Malko fece fatica a reprimere la nausea. Intorno, un cerchio di soldati cambogiani, con l’M16 in spalla, osservavano divertiti la scena. Uno di essi, poi, prese il fegato, lo avvolse in un foglio di plastica e se lo mise nel tascapane. Il cameraman tedesco dagli occhi stranamente a mandorla, che filmava la scena scortato da una piccola cinese, fermò la cinepresa, la posò delicatamente a terra e si asciugò la fronte.

Un sibilo ruppe il silenzio e, istintivamente, Malko curvò le spalle. Il proiettile di mortaio da 82mm esplose a cinquanta metri in una nube bianca. I soldati non si erano mossi. Uno di loro, tuttavia, aveva afferrato fra i denti, di nascosto, il piccolo Buddha d’avorio che aveva appeso al collo, convinto che ciò lo rendesse invulnerabile… Immediatamente, un M113, veicolo blindato per trasporto truppe, nascosto lì vicino, cominciò a sgranare furiosamente colpi con la mitragliera da 12.7mm, spazzando il limitare del palmeto un centinaio di metri al di là di uno spiazzo scoperto, in cui erano appostati i khmer rossi. Erano le prime linee. La giungla folta e verdeggiante si alternava con la savana accidentata. Phnom Penh si trovava una ventina di chilometri a sud. Per il momento il fronte era calmo: era l’ora sacra del riso e di comune accordo gli avversari osservavano una tacita tregua… Tanto più che i governativi erano avanzati.

L'autore:

Nato a Parigi nel 1929 da una famiglia di militari con ascendenze aristocratiche, Gérard de Villiers inizia la carriera come giornalista, dopo essersi laureato in Scienze politiche. Nel 1965 scrive il primo romanzo con protagonista SAS, Sua Altezza Serenissima Malko Linge: SAS a Istanbul. Seguiranno 200 avventure di SAS, e De Villiers introdurrà nella spy story elementi di sesso e di violenza prima sconosciuti. L’autore è scomparso nel 2013.

Info:

Roulette cambogiana di Gérard de Villiers (Segretissimo SAS n. 35), 182 pagine, euro 5,90 – Traduzione di Bruno Just Lazzari