Con l'estate arriva la collana stagionale Il Giallo Mondadori ORO, che questo luglio con il numero 32 presenta Il senso delle parole rotte (2020) di Massimiliano Giri, vincitore del Premio Alberto Tedeschi 2020.

La trama

Nella villa sulla collina, oltre il cancello di ferro battuto, le pattuglie aspettano all’ingresso. Gli aloni bluastri dei lampeggianti nella pioggerella nebulizzata che riempie l’aria. La casa è stata già perlustrata e la ragazza non c’è. Il cellulare, staccato. Segni di una colluttazione in soggiorno, schegge di ceramica spuntano dal parquet come denti di squalo. Tracce di sangue, un arabesco scuro come melassa che va verso una porta sul retro e prosegue nel parco, fra la ghiaia e l’erba. La recinzione di metallo è stata tranciata, un buco delle dimensioni di una persona spezza il verde delle piante rampicanti. Di là c’è il bosco. Qualcuno ha rapito la figlia dell’uomo più potente della città e il commissario Matthias Macrelli è quello che deve ritrovarla. Ex pugile, un passato segnato da un incidente che gli ha cambiato la vita, scoprirà nel corso dell’indagine un caso archiviato da riaprire, e l’esistenza di un senso nascosto delle parole che rivela il male e il dolore. Ma adesso, per prima cosa, bisogna chiamare i rinforzi. Perché il bosco è grande. E il mondo, là fuori, molto feroce.

L’incipit

Il cigolio della catena che reggeva il sacco da allenamento era una nenia ipnotica.

“Uno, tre, uno, due." Combinazione di diretto, jab, diretto e gancio. Colpi protratti per minuti interminabili, finché Matthias Macrelli non cominciò a sentire le braccia trasformarsi in coaguli imbevuti di acido lattico. Finché il dolore muscolare non andò a unirsi alla congestione della mente, diventando un apnea emotiva capace di annichilire ogni pensiero, fino a diventare vuoto.

“Uno, tre, uno, due." Il sudore gocciolava sul parquet in un'intermittenza di scintillìi traslucidi, fondendo il proprio afrore a quello più pungente della canfora usata per scaldare i muscoli. “Uno, tre, uno, due." Ancora e ancora, con la guardia a tornare in posizione per proteggere mento e fegato, mentre il diretto esplodeva piegando il cuoio del sacco. "Uno, tre, uno, due." Perché la fatica era capace di placare le sue paure più profonde. “Uno, tre, uno, due." Perché lo sport lo aveva salvato in più di un occasione, anche quando Macrelli pensava che non ci sarebbe stato altro da salvare che un derelitto.

Dall'altra parte del ring vuoto, un ragazzino dal profilo segaligno se ne stava andando dopo l'allenamento. Il giovane lo aveva studiato da lontano per tutto il tempo, cercando di imitare i suoi gesti da un angolo della palestra maleodorante. Il ragazzino attraversò la zona dei sacchi ed esaminò Macrelli un'ultima volta, con deferenza, poi abbassò lo sguardo come se avesse visto un dio di carne e fuoco. Macrelli lo seguì con lo sguardo finché l'altro non uscì dal capannone, scomparendo nella luce pallida del pomeriggio.

L'autore

Massimiliano Giri nasce nella Repubblica di San Marino il 23 febbraio del 1977. Suoi racconti sono stati pubblicati da vari editori, fra i quali anche Mondadori. Nel 2013 riceve una menzione speciale al premio Algemon Blackwood. Nel 2015 e nel 2016 vince il premio GialloLatino, nel 2018 il premio Urania Short. Nella vita privata fa il papà, colleziona macchine per scrivere e frequenta un poligono di tiro in vista di una prossima, imminente zombie apocalypse. Il suo sito personale è: www.massimilianogiri.net.

Info

Il senso delle parole rotte di Roberto Mistretta (Il Giallo Mondadori ORO n. 32), 240 pagine, euro 5,90