Strigarium i delitti del noce di Luigi Boccia e Nicola Lombardi, Mondadori 2022.

Subito all’inizio da una lettera al pontefice Innocenzo Decimo Primo di fratel Damiano Corsi del monastero di Santa Croce in Benevento del 2 giugno 1678 veniamo a sapere che da quelle parti c’è una congregazione di uomini, ma in special modo di donne, dediti all’adorazione di “un turpe albero di noce  cui vengono tributati sacrifici e offerte di natura indubbiamente diabolica.” Inoltre il priore del monastero Astolfo Bonaiuti è una delle vittime di tale “malia” e il 24 giugno venturo i congregati si raduneranno intorno all’albero infernale.

Ecco che allora il papa manda il nipote Flaviano Altobrandini ad indagare insieme al suo assistente Jacopo da Cornedo. Soprattutto sul massacro delle pagane avvenuto la notte di San Giovanni e su tre di esse che, scampate all’eccidio, in seguito hanno ucciso quindici frati al convento della Santa Croce. Una è stata fatta prigioniera ma le altre due sono riuscite a fuggire e vanno riprese. Inoltre si troveranno di fronte anche al caso dell’economo Romualdo De Biase impiccato nel proprio alloggio ad una trave. La porta chiusa e la chiave rinvenuta sul viale il giorno dopo. Perché? Omicidio o suicidio? Qualcosa non quadra e, secondo Flaviano, forse c’è pure un collegamento fra questa morte, le “vicende stregonesche” e il famoso Noce di Benevento.

Vediamo un po’, almeno all’apparenza, il novello duo Sherlock-Watson. Flaviano, frequentatore tra l’altro di bordelli (potrebbe venirgli utile), ha avuto come educatore Riccardo di Montelupo per cui bisogna osservare tutti gli elementi di un problema per capire quelli “essenziali”, e dubitare di tutte le cose come insegna Cartesio. Lo troveremo sempre pronto a riflettere durante i vari momenti dell’indagine pur con un ricordo doloroso di Lucrezia, la donna amata e accusata di stregoneria, inquieto fantasma che gli infesta il cuore. Jacopo da Cornedo è “un giovane cavaliere di nobili discendenze”, ottimo spadaccino e mano veloce con il coltello, ora stupito o in dubbio sulle intuizioni di Flaviano, ora pronto allo scontro, ora dotato di qualche spunto interessante.

Non la faccio lunga. Data la variegata complessità del libro, butto giù all’impronta le sensazioni ricavate dalla lettura. Trattasi di un excursus storico delineato con grande perizia in stretta alchimia con la creatività, la fantasia e l’immaginazione. Un impasto bene amalgamato di verità e finzione, voci, ombre, mistero, visioni, sussurri, fremiti, paura, riti diabolici, stregoneria e il marcio che si annida anche in certi ambienti della chiesa. Passaggi veloci da una situazione all’altra, capitoletti brevi alternati a certi più lunghi, alternanza anche di luoghi e personaggi delineati con tocchi sapienti tali da restare impressi nella memoria. E poi la ricerca del famoso Noce, l’Oracolo delle streghe, la lotta per l’Oracolo, la cerimonia dell’Oracolo, un libro ritrovato, lo Stregarium, davvero importante, un messaggio lasciato dall’impiccato e altri decisivi tasselli tutti tesi a formare il quadro sempre meglio delineato dentro un’atmosfera inquietante e brividosa.

Comunque per Flaviano, dopo aver parlato con chi di dovere e osservato attentamente gli ambienti in cui si sono svolti certi fatti, bisogna entrare nei sotterranei del monastero. E’ qui che, secondo il suo intuito, scopriremo la verità. Ma quale?…

Una piacevolissima lettura.