Illustrazione di Sidney Paget per “Il carbonchio azzurro”
Illustrazione di Sidney Paget per “Il carbonchio azzurro”

Il racconto di Arthur Conan Doyle L’avventura del carbonchio azzurro (The Adventure of the Blue Carbuncle, The Strand Magazine, gennaio, 1892) si caratterizza per il suo taglio umoristico, oltre a essere una classica storia natalizia. Due giorni dopo Natale, il dottor Watson va a trovare Sherlock Holmes per fargli gli auguri di prammatica. Non è precisato l’anno, ma si può supporre che sia il 1887, perché la visita del dottore lascia intuire che non abitino insieme, e noi sappiamo che Watson si sposa con Mary Marston verso la fine di quell’anno.

Holmes, che sta esaminando un vecchio cappello, spiega che gli è stato portato il giorno prima da un poliziotto, Peterson, con la speranza che il detective sia in grado di risalire al proprietario. In realtà, Peterson conosce il nome di chi lo ha perso, un uomo coinvolto in una rissa che, all’arrivo del poliziotto, era scappato via temendo guai, e lasciandosi dietro anche un’oca, alla cui zampa era legato un biglietto con su scritto “Henry Baker”. Sul cappello, inoltre, sono riportate le iniziali H.B.

Il nome è troppo comune, tuttavia, per essere d’aiuto. Holmes è comunque in grado di ricavare un certo numero di informazioni dal cappello stesso, che egli dice appartenere a un uomo di mezza età (ci sono capelli grigi all’interno, unti di brillantina) di abitudini sedentarie e che ha ultimamente avuto qualche rovescio di fortuna (il cappello è lussuoso ma vecchio di circa tre anni, la polvere che lo copre è più da interni che da esterno). Holmes dice anche altro, e Watson è, come sempre, basito.

Nel frattempo sopraggiunge Peterson trafelato, dicendo che nel gozzo dell’oca è stata trovata una pietra blu (qui dobbiamo intendere che sia stata trovata nello stomaco, dato che le oche non hanno il gozzo). Holmes riconosce il famoso “carbonchio blu” (non un diamante, come suppone Peterson, ma un granato blu) sparito cinque giorni prima dalla suite della contessa di Morcar all’Hotel Cosmopolitan, un furto di cui è stato accusato l’idraulico John Horner, che proprio quel giorno era stato convocato, dall’assistente capo James Ryder, nello spogliatoio della dama per una riparazione alla grata del caminetto.

Holmes trattiene la gemma e manda Peterson a comprare un’oca e a mettere un annuncio per convocare il signor Baker.

Quando Baker si presenta, Holmes gli ridà il cappello e gli dice che l’oca purtroppo è stata mangiata, ma che sono rimaste le interiora. Baker non sa che farsene, tanto più che può avere in cambio quella comprata da Peterson, e il suo atteggiamento conferma che non sapeva nulla della gemma. Su richiesta di Holmes, spiega di aver ricevuto la sua oca all’Alpha Inn, una locanda di Bloomsmury, nelle vicinanze del British Museum. Holmes e Watson vi si recano e scoprono che il proprietario, il signor Windigate, aveva preso due dozzine di oche da un certo Breckinridge di Covent Garden.

A sua volta, non senza qualche ritrosia iniziale, il venditore dichiara che le oche provenivano dal negozio della signora Oakshott, in Brixton Road. Interrompiamo qui il nostro resoconto della trama, così che chi non conoscesse il racconto può leggerlo per scoprire chi è il ladro e capire come abbia fatto la gemma a finire nello stomaco dell’oca. Basti dire che, in pieno spirito natalizio, Holmes eviterà di denunciare il colpevole, per “salvargli l’anima” e non farlo diventare un vero delinquente. Quanto a Horner, si presume che le accuse verranno a cadere.

Tra gli elementi che contribuiscono a rendere il racconto particolarmente divertente, c’è il modo davvero spassoso con cui Holmes riesce a trasformare il povero Peterson in un fattorino. Per giunta, essendosi fatto consegnare il carbonchio blu, sarà lui a restituirlo alla contessa e dunque a ricevere, presumibilmente, il compenso di mille sterline promesso dalla dama. Si tratta di una delle tante occasioni in cui Doyle, per il tramite del suo detective, prende bonariamente in giro i poliziotti londinesi.

Ovviamente non possiamo escludere che Holmes, in realtà, abbia intenzione di dire alla contessa che il compenso dev’essere devoluto a Peterson, ma la probabilità che lo faccia non è alta, in quanto il poliziotto sarebbe costretto a rifiutare il compenso, proprio per il fatto di essere un funzionario della polizia. Perfino se fosse Holmes a volergli passare una parte della somma, la cosa risulterebbe problematica. Dobbiamo perciò supporre che la richiesta di Holmes di trattenere la gemma sia dovuta a questa specifica circostanza, che avrebbe permesso alla contessa di tenersi le mille sterline promesse.

Abbastanza curiosamente, tra gli adattamenti che sono stati fatti del racconto, ce n’è uno in cui Holmes riceve in effetti il compenso di mille sterline, e un altro in cui preferisce tenersi la pietra. Il primo fa parte della serie televisiva prodotta dalla BBC tra il 1964 e il 1968, mentre il secondo fa parte della serie prodotta dalla Granada Television dal 1984 al 1994.