
Un serial killer silenzioso, una freccia come arma inusuale per dare la morte assurta a simbolo di tutta la malvagità umana, un capitano dei Carabinieri – Gesualdo Forleo – segnato da un passato difficile e da un dono che è anche maledizione: una memoria prodigiosa. Mentre è sul punto di lasciare il servizio, si trova coinvolto in un’indagine complessa e angosciante: quattro persone sono state uccise con frecce costruite secondo tecniche tradizionali Sioux. Una psicologa dell’Unità per l’Analisi del Crimine Violento lo affiancherà, dentro e fuori l’indagine.
Carla, la prima domanda che mi viene da porti è se la vicenda abbia preso ispirazione da fatti reali…
Assolutamente no. E per fortuna, visto che a procurare la morte brutale di quattro persone è un serial killer e con un’arma inconsueta: una freccia di tipo Sioux. Vorrei che la violenza, l’orrore che il presente elargisce senza alcun risparmio fossero presenti solo nelle opere d’invenzione e non purtroppo doverci scontrare con una realtà che supera di gran lunga la fantasia.
Cosa ti ha spinto a scegliere un tipo di arma tanto inusuale?
Oltre la presunzione di una qualche originalità, ho voluto che un’arma, un tempo usata per cacciare da una minoranza come quella dei nativi americani, nel presente diventasse strumento per assecondare la follia di chi si è trasformato in carnefice. Due mondi a confronto. Inoltre ho visto nella freccia, con il delitto che può avvenire nel silenzio e a distanza, una separazione tra le vittime e l’omicida, un modo per fargli sembrare più accettabile l’orrore che sta per compiere.

Quali ritiene essere le tematiche ‘forti’ del tuo giallo?
Gli elementi su cui ho puntato sono il conflitto genitori-figli, in particolare quello padre-figlio; la memoria come prigione e come risorsa; la disillusione del mestiere dell’Arma, in una realtà segnata da disuguaglianze, razzismo, corruzione; la ricerca di senso, che attraversa l’intero percorso di Forleo. Tutto questo senza la presunzione di fornire risposte, ma solo come condivisione di inquietudini.
Un’ultima domanda: quanto è importante il colpo finale di scena in un giallo?
Determinante per la buona riuscita. In un giallo chi legge, pagina dopo pagina, è in gara con sé stesso, con la sua capacità di scoprire il colpevole e intuire le motivazioni che lo hanno spinto verso il crimine ma, a questo proposito, desidero riportare quanto affermato dallo scrittore Marco Lugli: «È un lettore esigente ed è l'unico lettore al mondo che vuole essere umiliato dallo scrittore che sta leggendo. Vuole essere portato all'interno dell'indagine, superare l’inquirente protagonista del libro. Ma poi, alla fine, è contento quando non ci arriva prima lui.»
Dati tecnici:
Autrice: Carla Magnani
Editore: Bertoni
Uscita: giugno 2025
Pagine: 140, Brossura
Costo: 17,00 Euro
EAN: 9788855358941
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