“In quel luminoso pomeriggio di giugno, l’atmosfera, in casa di Nero Wolfe, era così elettrica che mandava scintille. Non ne parlo per farvi notare il cattivo carattere e le pessime abitudini del mio principale, ma perché la casa c’entra con la storia. Fu quell’atmosfera a procurarci una pensionante.”

New York, estate 1952. Un caldo torrido e opprimente avvolge la metropoli, per le strade si sente l’odore dell’asfalto arroventato. Alla porta della casa in arenaria sulla Trentacinquesima Strada Ovest, residenza e studio dell’investigatore privato Nero Wolfe, bussa Priscilla Eads, giovane erede della Softdown, colosso dell’industria tessile. Indossa un abito color pesca, ha con sé una valigia e una cappelliera. Offre una generosa somma di denaro chiedendo, in cambio, vitto e alloggio per una settimana.

Da chi o da cosa intende fuggire? Archie Goodwin, collaboratore di Wolfe, è notoriamente sensibile al fascino femminile e vorrebbe offrirle la stanza degli ospiti. Ma il suo capo, decisamente misogino e rigidamente abitudinario, è irremovibile nel rifiutare la singolare proposta della giovane donna. Quella stessa notte gli eventi precipitano. È da poco passata l’una quando nell’androne di un palazzo della Ventinovesima Strada Est viene rivenuto il corpo senza vita di una donna. È la domestica di Miss Eads. Neanche due ore dopo, la medesima sorte tocca proprio a Priscilla. Colpita alla testa con un attizzatoio, nel suo appartamento. A giudicare dagli abiti che indossa, sembrerebbe che l’omicida l’abbia uccisa appena la giovane ha varcato la soglia di casa.

Goodwin si sente in qualche modo responsabile dell’accaduto. Inizia a indagare per conto proprio. E rivolge subito la sua attenzione alla Softdown, dove si imbatte nei soci della vittima, i cui sguardi sfuggenti e le cui parole misurate sembrano rivelare più di quanto celino. Un’indagine complessa, che porterà Archie e Wolfe ad addentrarsi in una intricata vicenda che va ben oltre un duplice omicidio.

Il romanzo Prisoner’s Base di Rex Stout è stato pubblicato in America nel 1952 ed è approdato nel nostro Paese l’anno successivo con il titolo I quattro cantoni (“Il Giallo Mondadori” n. 246 del 17 ottobre 1953). Oggi, la casa editrice Neri Pozza, da tempo impegnata nel recupero della produzione dello scrittore, ripropone il testo, già presentato anni fa, con il titolo Palla avvelenata e la classica traduzione di Ida Omboni.

“Questo libro presenta molti personaggi memorabili insieme all’ottima trama”, si legge in una recensione pubblicata sul blog statunitense Tipping My Fedora. “Archie e Wolfe litigano, Archie indaga da solo; quando viene arrestato, Wolfe (che ha dovuto sopportare l’onta di essere trascinato a forza alla stazione di polizia) accetta Archie come cliente; Archie ha un debole per Sahah Jaffe, la vedova, deliziosamente sbadata, di un veterano della guerra di Corea e la aiuta a superare il lutto; e quando un terzo delitto avviene mentre Archie è al telefono con la vittima, lui si unisce ai poliziotti come consulente per risolvere il caso. Ma naturalmente è Wolfe, dopo aver riunito tutti i sospetti, ad individuare con il suo genio deduttivo la soluzione ai tre omicidi. Questo romanzo, tra quelli pubblicati dall’Autore nel secondo dopoguerra, vede Stout e Wolfe più o meno al loro meglio ed è davvero una delizia dall’inizio alla fine.”

Rex Stout nasce a Noblesville (Indiana) il 1° dicembre 1886. Nel 1934 pubblica Fer-de-Lance, il primo romanzo dedicato alle indagini di Nero Wolfe e Archie Goodwin, personaggi che sembrano incarnare rispettivamente il modello dell'investigatore analitico proprio del giallo deduttivo e quello, più incline all'azione, descritto nella narrativa hard-boiled. L’Autore si distingue, tra l’altro, per la capacità di elaborare trame intricatissime, declinate con arguzia e ironia. Nel 1959, l’associazione Mystery Writers of America gli conferisce il Grand Master Award.

Rex Stout al lavoro
Rex Stout al lavoro

Tra le sue opere più significative, citiamo almeno Sei per uno (The Rubber Band, 1936), La scatola rossa (The Red Box, 1937), Alta cucina (Too Many Cooks, 1938), Orchidee nere (Black Orchids, 1942), Non abbastanza morta (Not Quite Dead Enough, 1944), Troppe donne (Too Many Women, 1947), I ragni d’oro (The Golden Spiders, 1953).

Rex Stout è scomparso a Danbury (Connecticut) il 27 ottobre 1975.

Palla avvelenata (Prisoner’s Base, 1952)

Autore: Rex Stout

Traduttore: Ida Omboni

Curatore: Massimo Bocchiola

Editore: Neri Pozza (Beat) – Collana: BEAT Bestseller

Anno edizione: 2025

Pagine: 192

Isbn: 9791255022473