Loriano Machiavelli ha pubblicato con Garzanti, Rizzoli, Mondadori, Rusconi. E' uno degli autori italiani più conosciuti, letti e tradotti nel mondo; attore teatrale, organizzatore e autore di testi per il teatro, è approdato al mondo della letteratura gialla dando vita a uno degli investigatori più conosciuti al grande pubblico: il sergente Sarti Antonio della questura di Bologna. Il giallo per molto tempo è stato considerato un motivo di squilibrio nella letteratura, perché in qualche modo offriva il destro per enfatizzare i lati oscuri della società contemporanea, evidenziandone vizi e difetti. Tanto che in Italia durante il periodo fascista, intuendo la pericolosità di un tale atteggiamento, l’intero genere era stato addirittura bandito e posto fuori legge al punto da bruciare in piazza le pubblicazione incriminate, alla maniera di Giordano Bruno. In seguito il giallo riapparve nel dopoguerra finendo però a lungo relegato nel limbo di un ozioso gioco di società, un cruciverba o un enigma, un puzzle da ricostruire, qualcosa di fortemente intellettuale, asettico e distaccato, dove il cadavere e il delitto erano ridotti ad essere semplici pedine da muovere sulla scacchiera, e nulla di più. Ci fu poi il passaggio dal giallo classico d’indagine al romanzo poliziesco, e il grande successo che ne derivò sancì definitivamente l’affermazione di un genere ingiustamente denigrato. Successo che è comunque frutto di un lungo e paziente lavoro di divulgazione, fatto da autori che hanno voluto rischiare e investire. Una scelta di qualità che paga, alla distanza. Oggi critici, accademici e autori famosi, anche impegnati, non disdegnano di effettuare rapide incursioni in quel genere giallo, un tempo considerato come un fenomeno di letteratura minore, di serie B. La tiratura e le vendite smentiscono ancora una volta questa tendenza a sminuire il genere, in favore di una sempre più netta rivincita, con affermazioni in aumento sia da parte del pubblico che da parte della critica, che finalmente comincia a considerare il fenomeno con occhio benevolo. E’ decisamente un momento particolarmente propizio in cui editori piccoli e grandi hanno inaugurato la corsa al giallo e, meraviglia delle meraviglie, al giallo italiano, a firma italiana , con protagonisti nostrani, e ambientato nella nostra penisola. Di questa gara alla pubblicazione ne beneficiano soprattutto i giovani autori, le nuove leve, le promesse della letteratura italiana, che finalmente trovano spazio per emergere. Ma attenzione, scrivere in giallo è una grossa scommessa, una sfida impegnativa. La nuova fiction gialla richiede talento. Non basta scrivere, bisogna saper imbastire un lavoro di qualità, adatto alle esigenze di un pubblico sempre più smaliziato e capace di conciliare il vecchio con il nuovo in un compendio armonico e in linea con le contestuali attualità del nostro vivere quotidiano. Il giallo, come il noir, e il poliziesco, affonda le sue radici nel sociale, e non tollera, almeno non più, imitazioni e riproduzioni sterili, Occorrono innovazione, coraggio, e idee. Per una volta la letteratura gialla si colora di nuove tinte, dando occasione agli emarginati, alla vita sommersa, alle situazioni irrisolte, di emergere attraverso un filone lettererario che non è il realismo, non è il verismo, non è il romanzo di formazione. La nuova fiction gialla è un fortunato fenomeno letterario che riesce a fondere in un riuscitissimo connubio il divertimento con la denuncia sociale, dando spazio a tutti coloro che per un motivo o per l’altro vivono fuori dalle regole. Pregi e difetti, e quindi un’attenta analisi, della società contemporanea attraverso un tipo di lettera fino a ieri ancora considerato soltanto leggero, vacuo, di pura evasione. E’ il momento dunque del nuovo giallo, dove i vecchi meccanismi vengono a essere trasformati in una mutazione continua in una fusione e sovrapposizione armonica con altri generi letterari collaterali e adiacenti, o anche totalmente opposti, come dimostrano le nuove leve della letteratura emergente. In questa veste innovativa il giallo però non perde alcune delle connotazioni che gli sono tipiche, come ad esempio la caratterizzazione del detective, un personaggio che in quanto protagonista indiscusso deve consentire il più possibile l’immedesimazione da parte dei lettori e che deve essere quindi estremamente realistico, comprensivo di tutti i vizi e le virtù del comune uomo della strada. Bando dunque agli eroi invincibili, ai protagonisti belli e infallibili, alle menti sopraffine e acute degli investigatori vecchia maniera. Oggi l’eroe investigativo deve essere fallace, volubile, capriccioso, indolente, nevrotico e proprio per questo estremamente amabile, in una sola parola, umano. Questo perché il lettore ha bisogno di un personaggio nel quale potersi identificare, qualcuno che sia il più possibile simile a lui, o alle caratteristiche che ritiene di possedere. E’ finita poi anche la tradizione secondo la quale si voleva che un buon romanzo giallo o noir dovesse essere ambientato in luoghi appropriati, sufficientemente tenebrosi e congestionati, come le grandi metropoli americane, o le suggestive località londinesi. Oggi è la volta del romanzo nostrano, ambientato in Italia. Ed ecco tutto un fiorire di ambientazioni caratteristiche, da Napoli a Bologna, dal Valdarno alla Locride, da Venezia a Lucca. Non a caso anche i thriller internazionali, non disdegnano le ambientazioni italiane, come il sequel di Hannibal The Cannibal, quasi interamente girato a Firenze. Ed ecco che stradine e campagne, musei e monumenti, vicoli e piazze, diventano il teatro perfetto per una buona storia gialla, da gustare con il piacere raffinato di un palato tipicamente italiano. In fondo che ne sappiamo noi di Los Angeles o di New York? Della Florida o di Beverly Hills? Dei porti di Marsiglia, o del canale di York? Molto più facile per noi riconoscere quella piazza, quel vicolo, quella chiesa, quel monumento, quella struggente campagna nostrana, piuttosto che località affascinanti certo ma a noi del tutto sconosciute. Quello che invece non va perso di vista, è il fulcro dinamico principale del giallo investigativo. E’ impensabile che il protagonista giunga alla conclusione per un fortuito concorso di circostanze. Non bisogna mai dimenticare che il romanzo giallo è basato sulla razionalità, è essenzialmente un gioco di matematica, di precisione assoluta, un machiavellismo. E ci sono regole che in un gioco come questo che proprio non si possono cambiare. Non a caso il romanzo poliziesco nasce direttamente dal positivismo e dall’illuminismo, e il moderno investigatore, per quanto atipico, indolente, o sornione esso possa essere non può esimersi da quella che è e deve essere la sua caratteristica precipua: l’arte dell’investigare.