Christianna Brand Uno della famiglia, Polillo 2006.

Questa Christianna Brand ( in realtà il cognome vero è Milne ) ne ha provati di lavori! “Governante, commessa, ballerina, modella, segretaria, insegnante di danza, standista e decoratrice d’interni”. In un periodo in cui suo padre ha un tracollo finanziario. Nata nel 1907 in Malesia, poi trasferita in India e infine in Inghilterra. Nel periodo in cui lavora come commessa in un negozio scrive un giallo in cui fa uccidere una compagna di lavoro che

la tormenta. La vicenda viene ripresa dopo il matrimonio del 1939 e pubblicata nel 1941 con il titolo Death in High Heels (La morte ha i tacchi alti), seguita da un altro romanzo in cui compare per la prima volta l’ispettore Cockrill della polizia del Kent. Di questa autrice si ricorda soprattutto Delitto in bianco del 1944 dove la vittima viene uccisa sul tavolo di una sala operatoria davanti agli occhi di tutti. Interessante anche la trilogia di Tata Matilda, una tata, appunto, che si serve della magia per tenere buoni i bambini che le sono affidati.. Muore  a Londra nel 1988. Un pezzo grosso del mystery se il famoso critico Anthony Boucher la inserisce tra scrittori come La Christie, Carr ed Ellery Queen. Era una donna “interessante ed arguta”, piena di spirito e di umorismo, capace di “battute fulminee ed apologhi spiritosissimi”.

Contenuto: “C’è una tradizione nella famiglia March: il giorno dell’anniversario della morte di Serafina, la prima moglie dell’anziano Sir Richard, i membri devono recarsi a Swanswater, la sua splendida dimora di campagna, per celebrare

la ricorrenza. Così, anche se gli echi della guerra si avvicinano sempre più, in una luminosa giornata d’estate tutti i nipoti di Sir Richard si presentano all’appuntamento. Ci sono Peta, Philip, con

la moglie Ellen e

la figlioletta Atonia, e

la deliziosa Claire, per

la quale Philip, ricambiato, ha perso

la testa. E c’è Edward, nipote anch’esso, ma del ramo di Bella, la seconda moglie di Sir Richard. Questa volta, però, l’atmosfera è meno serena del solito, e dopo un crescendo d’incomprensioni e di litigi per motivi banali l’anziano anfitrione decide di passare la notte da solo in una dependance della villa. E lì, il mattino seguente, viene trovato morto, avvelenato”.

Classico giallo di deduzione con i sospetti che si avvicendano ora su questo, ora su quel personaggio. E c’è anche un altro morto. Il giardiniere Brough “Il suo corpo non mostrava più le orribili contrazioni convulsive della morte, ma il viso era cianotico, gli occhi spalancati e sporgenti, le mani e i piedi simili ad artigli, e nel suo braccio sinistro l’ago di una siringa ipodermica si era spezzato. Sulle piastrelle impolverate del piccolo atrio, vicino alla sua mano destra, c’era una scritta in stampatello: IO HO UCCISO SIR R. E sotto, come una firma, le sue iniziali:J.B.”. Suicidio e confessione? Strano, molto strano perché il nostro giardiniere non sa scrivere…

Chi cerca di risolvere il mistero è l’ispettore Cockrill. Entra in azione al capitolo sesto “L’ispettore Cockrill arrivò alla casa prima di mezzogiorno. Piccolo, bruno e con gli occhi acuti, un piccolo vecchio passero insignificante adorno di un panama bianco dal sorprendente candore, si trovò ben presto, come un passero, al centro dell’interesse e dell’attività generale, saltellando e sfrecciando qua e là, alla ricerca di briciole d’informazione”. Piccolo, dunque, e con i capelli “biondi e ricciuti”. Più in là i capelli diventano bianchi ma forse perché si stagliano contro il bagliore del sole. Un passerotto che, però, sa farsi valere “Le supposizioni le faccio io” dice bruscamente. Inarca Il sopracciglio, risponde burbero o acido. Acuto ed intelligente. Fuma in continuazione sigarette che si prepara da solo. Conseguenza dita gialle di nicotina. E non evita di gettare mozziconi e cenere per terra. Tiene sempre una scatola di tabacco ammaccata nelle tasche sformate della giacca di flanella grigia. Bombetta nera che tiene in mano durante il processo. I malevoli pensano che non sia sua. Dotato di una bella dialettica “Il signor Bateman notò il suo cipiglio e rabbrividì, poiché l’ispettorec Cockrill aveva una lingua caustica della quale non esitava a servirsene”. Si dà da fare per far scarcerare un innocente. Cerca di far parlare i sospettati per cogliere qualche passo falso “L’ispettore Cockrill era un vecchio maestro nell’arte di alimentare le fiamme dei tizzoni dell’irritazione nervosa, di dare nuovo vigore alle braci delle forti emozioni, della tensione e del riserbo”. Pone brusche domande, ascolta gli altri di nascosto. Insomma si intrufola dappertutto con una velocità ed agilità proprie di un passerotto. Anche se i passerotti non fumano.

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it