Quando in una delle solite librerie di Siena ho visto La nera novella di Alda Merini, Rizzoli 2007, un Leggero che non arriva alle cento pagine mi sono sentito rinfrancato. Per necessità professionali (si fa per dire perché non mi obbliga nessuno) mi ero stancato, anche in senso letterale, a leggere Mallopponi di quattro o cinquecento pagine per portare avanti le mie assurde rubriche sui siti più disparati. Finalmente avrei tirato un po’ il fiato. Una lettura semplice, veloce e confortante. Una novella, praticamente un racconto lungo. Roba da ridere.

Ho iniziato la lettura sdraiato nella mia solita seggiola a sdraio (appunto) con un sorriso di soddisfazione che mi circolava fin sopra i capelli. Sorriso che si è trasformato pian piano in una smorfia di sconcerto subito dopo qualche pagina (ad essere proprio sinceri dopo qualche rigo). Un miscuglio di idee strampalate, di fantasia, realtà, di filosofia spiccia che mi ha spiazzato. Ho continuato con la testa che mi girava tra fantasmi, amanti assatanati di sesso, assassini (qui la esse ci va a nozze), ricordi crudeli, eventi probabili e meno probabili che a me sembravano assurdi mescolati assurdamente fra di loro. Alla fine del libro ho letto la breve biografia della scrittrice ed ho scoperto che è stata per molti anni in manicomio (a dir la verità già lo sapevo ma me ne ero dimenticato). Ecco, mi sono detto, questa è proprio roba da manicomio. In senso affettuoso, s’intende. Una battuta. Per carità di Dio, rispetto, profondo rispetto per la nostra poetessa e per tutti coloro che sono stati rinchiusi in quei luoghi di sofferenza. Ma io avevo bisogno di una lettura tranquilla e non di essere sballottato tra idee scollate ora pungenti nello spirito, ora vere e interessanti, ora di una banalità sconcertante “Il sesso è una cosa bella se viene santificato dall’amore, se diventa un mestiere, allora è meglio lasciar stare”, oppure “L’arte di fotografare è come l’arte del pittore” e così via.

Dopo avere letto La nera novella mi sono alzato dalla sedia a sdraio più stanco e rimbambito di prima.

 Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it