Il pugnale del destino di Kenneth Flexner Fearing, Mondadori 2009.

Solito gruppo di artisti in senso lato (scrittori, pittori, musicisti ecc…) che si ritrovano in uno stesso luogo, qui Demarest Hall, a meditare sul loro futuro. Con tutto quel che comporta la convivenza di una simile stramba umanità alla continua ricerca della fama. Gelosie, invidie, battute, frecciatine, corna e battibecchi, brutti presentimenti fino all’assassinio che altrimenti non ci si diverte.

Dicevo delle corna. Chi le mette è Lucille Nichols, chi le riceve il di lei marito Walter, scrittore. Chi se la gode Christopher Bartel, pittore, “arrivista e ubriacone”. Ergo occorre vendetta, tremenda vendetta da parte del cornuto. Obiettivo far fuori Lucille con la complicità di P.C. Cooke, direttore di Demarest Hall. Ma a rimetterci le penne è…e in seguito anche…

La trama si svolge attraverso il racconto in prima persona di alcuni protagonisti in modo da offrire al lettore un quadro più ampio di punti di vista. Ad indagare il capitano di polizia Steve Wessex. Colpo finale a sorpresa con una autodenuncia e relativa condanna a morte. Ma la verità è proprio questa?

Prosa sicura venata di ironia che diventa più aspra nei confronti della combriccola di artisti. La staffilata più forte arriva dal maggiordomo Page “La nobiltà personificata:ecco quel che credevano di essere. Ma che cos’erano in realtà? Fango, nient’altro”.

Da manuale l’articolo “Nemesi ovvero La vendetta (nei gialli) è un’equazione” di Enrico Luceri.

 

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