Il Teatro Stabile del Giallo di via al Sesto Miglio, 78, sulla Cassia, ospita fino al 12 maggio “Uno Studio in Rosso”, l’ultimo spettacolo della stagione, adattato dal primo romanzo che Sir Arthur Conan Doyle dedicò alle avventure di Sherlock Holmes. Sul palco gli attori della compagnia, diretti da Raffaele Castria, che ci ha rilasciato una breve intervista, faranno rivivere le vicende del padre degli investigatori e del fido dottor Watson.

Apparso nel 1887, “A Study in Scarlet” è il romanzo nel quale si racconta l’incontro fra Sherlock Holmes e il dottor John Watson e l’inizio del loro sodalizio londinese al numero 221b di Baker Street. Spesso ammirato e stupefatto, talvolta scandalizzato e in disaccordo, Watson assiste alle bizzarrie caratteriali e descrive i metodi investigativi eterodossi o quanto meno stravaganti del suo co-inquilino, narrandoli in prima persona come una sorta di alter ego di Conan Doyle.

Sherlock Holmes - eccentrico, spigoloso, lucidissimo, egocentrico - vede quello che gli altri non vedono: da una scena del crimine che sembra non rivelare nulla di importante, attraverso gli indizi che Scotland Yard reputa insignificanti o tramite una conversazione casuale, riesce a identificare una traccia, a rimettere a posto i tasselli del puzzle e a sbrogliare l’intricata matassa, impegnandosi corpo ed anima nella ricerca del colpevole, anche attraverso i suoi molteplici canali non ufficiali e i suoi abilissimi travestimenti.

A causa della glaciale ed inarrivabile logica deduttiva di Holmes, la polizia e i privati accorrono a frotte nell’abitazione che il detective condivide con il dottor Watson, ma l’investigatore accetta il caso sottoposto alla sua attenzione solo se lo ritiene in grado di stimolare il suo notevole intelletto, non essendo interessato né al compenso né tanto meno alla gloria personale. Infatti, quando, nonostante l’intervento decisivo di Holmes, Scotland Yard si prende il merito della risoluzione di un’inchiesta, Conan Doyle fa pronunciare al suo personaggio più celebre le parole di Orazio: “il popolo mi fischia, ma io in casa mia plaudo a me stesso, e intanto contemplo le monete del mio scrigno.”

E i lettori di tutto il mondo e di tutte le età, attraverso quattro romanzi e cinquantasei racconti dedicati al proverbiale investigatore, a casa propria come sulla metropolitana, in un parco pubblico come a teatro, hanno avuto e hanno l’immenso piacere di contemplare le monete preziosissime dello scrigno che ci ha lasciato in eredità Sir Arthur Conan Doyle.

Lo spettacolo

Prendete una buona dose di divertimento e di suspance e aggiungeteci l’arte della deduzione, shakerate e mescolate il tutto insieme ad indagini mozzafiato e colpi di scena e, rigorosamente alla fine, metteteci un epilogo sorprendente. Ecco il cocktail che lo Stabile del Giallo vi servirà dal 16 marzo al 12 maggio, ecco l’accattivante spettacolo che sarà messo in scena per quasi due mesi sul palco del peculiare teatro con base sulla Cassia che propone solo ed esclusivamente rappresentazioni “gialle”.

Una compagnia, quella dello Stabile del Giallo, che dal 1986 è sinonimo di delitto ed ospitalità, è garanzia di professionalità e mistero, un gruppo consolidato che si confronta coraggiosamente con una trasposizione teatrale che combina la commedia con la ghost story, che mescola l’avventura con la gothic novel. Ci sono tutti i presupposti per regalarsi una serata differente, intelligente e stimolante!

Nei panni di Sherlock Holmes ci sarà Antonio Palumbo, già brillante interprete del commissario Maigret in Maigret al Liberty Bar, mentre Rocco Piciulo, una giovane promessa, sarà il dottor Watson. Il cast è completato da Zoe Damiani (Alice Charpentier), Giovanni Rizzuti (Agente Rance), Attilio Fabiano (Jefferson Hope), Lorenza Damiani (Lucy Ferrier), Nino D’Agata (Enoch Drebber), Riccardo Cascadan (Arthur Charpentier) e la bravissima Anna Masullo (Signora Charpentier).

Nel cast tecnico, sono da segnalare le musiche originali di Alessandro Molinari (un lunghissimo curriculum al cinema e in televisione) e le scenografie di Andrea Bianchi, storico collaboratore di Castria. Infine, i costumi sono di Francesca Mescolini, la regia delle scene filmate è di Giorgio Bruno, il montaggio di Angelo D’Agata, il disegno luci di Pietro Pignotta e l’aiuto regista è Alice Guidi.