Lo spettatore non può che essere immediatamente colpito dall’originalità dell’ambientazione. Infatti, non sono molti i thriller incentrati sul mondo dello sport… e soprattutto di uno sport tanto “insospettabile” quanto il ciclismo.

La storia si svolge appunto durante il Tour de France, dove il giovane Marc Moreau corre come gregario dell’americano Steve Panata, quattro volte campione, nonché uno degli atleti favoriti della corsa. Per chi non fosse esperto di ciclismo, sarà bene precisare che il gregario è un ciclista professionista con il compito di aiutare il corridore principale all’interno di una squadra.

Oltre a Panata, le altre star della corsa sono l’inglese Peter Stark e il colombiano Oscar Cuadrado.

L’inizio del Tour è accompagnato da una serie di misteriosi incidenti, che paiono delineare una vera e propria escalation fino a un suicidio che potrebbe probabilmente non essere altro che un tentativo di nascondere un omicidio.

Il commissario Favre è incaricato di seguire il caso e chiede aiuto proprio a Marc Moreau per via del suo passato all’interno della polizia e della sua vicinanza ai principali sospettati. Perché una sola cosa è chiara in questa intricata vicenda: l’assassino si nasconde fra gli atleti.

La particolare ambientazione del romanzo consente all’autore di mantenere fino alla fine della storia, gestendola con particolare maestria, una perenne tensione, che non è legata unicamente alla ricerca dell’assassino. A turbare i lettori è anche la dura lotta degli atleti protagonisti nel corso della gara, nonché i timori di Marc Moreau, che inizia a nutrire sospetti perfino nei confronti del suo compagno di squadra, l’imbattibile Panata…

Ogni aspetto del ciclismo viene svelato e analizzato nei minimi dettagli, così da metterne in evidenza i lati più oscuri, sebbene estremamente realistici: l’ambizione degli atleti, disposti a tutto pur di vincere, e naturalmente gli inevitabili interessi economici che ruotano attorno al mondo sportivo.

Nonostante gli aspetti più originali e innovativi di questo thriller, Omicidio al Tour de France di Jorge Zepeda è stato più volte paragonato ai grandi classici del giallo all’inglese, in particolare agli intramontabili misteri ideati da Agatha Christie. Anche qui infatti ritroviamo un ambiente chiuso in cui sono radunati tanti potenziali colpevoli. Il luogo chiuso in questione è rappresentato dalla ristretta cerchia dei sospettati, poiché l’assassino non può che essere uno dei ciclisti.

A questo si aggiunge il gran numero di prove che si rivelano poi false piste. E proprio come nei romanzi della Christie, troviamo un ampio ventaglio di personalità ben delineate: i professionisti ormai smaliziati, le giovani promesse, i campioni in declino, gli ambiziosi principianti…

A una storia capace di mescolare in tal modo elementi di innovazione e richiami ai classici del genere giallo non poteva mancare la cosiddetta “ciliegina sulla torta”: un finale che riserva al lettore inaspettate sorprese.