Il gatto dalle molte code di Ellery Queen, Mondadori 2021.

“Lo strangolamento di Archibald Dudley Abernethy fu la prima scena della tragedia in nove atti che ebbe come ribalta New York e alla quale la città reagì in modo a dir poco sconsiderato.” Centro del fenomeno Manhattan e autore dei delitti, che non hanno niente in comune fra loro, un fantomatico serial killer soprannominato il Gatto dai giornalisti seminando panico, orrore e psicosi fra la gente. Ellery nel frattempo, dopo aver commesso un errore nell’ultima indagine, si sta dedicando solo ed esclusivamente alla lettura. “Non voglio saperne più nulla di casi polizieschi” risponde a suo padre, l’ispettore Richard Queen.

Il sesto omicidio riguarda Beatrice Willikins, questa volta nera, strangolata con le stesse modalità dei precedenti per mezzo di una corda di seta tussah indiana rosa salmone (per i maschi di colore azzurro). C’è pericolo di una grave tensione come già successo nelle Idi Nere del marzo 1935. A questo punto, invitato addirittura dal sindaco della città, Ellery entra in azione…

Qui arrivano addirittura tre sorprese. Il fratello e la sorella di due vittime (Jimmy e Celeste) chiedono al Nostro di partecipare alle indagini, perché vogliono a tutti i costi scoprire l’assassino, e anche il dottor Cazalis, psichiatra, si offre per un suo contributo, essendo stata strangolata la nipote di sua moglie.

I delitti sembrano non avere alcun collegamento fra loro, eppure “C’è del metodo in questa follia…” Qualcosa, però, si può arguire. L’assassino uccide per età decrescenti, le donne sono tutte nubili, le vittime hanno tutte il telefono, o forse uccide la vittima prescelta per certi motivi nascondendola dietro “una cortina fumogena di altri delitti.” Il cervello di Ellery lavora “come una macchina alimentata dall’eccitazione dei sensi.”

Nel frattempo il panico si diffonde fra la gente, nascono i Gruppi Anti-Terrore Territoriali in ogni quartiere, squadre di cittadini perlustrano dappertutto, una vera e propria psicosi di massa mentre il Gatto continua imperterrito il suo sporco lavoro. La città è in preda al terrore,  occorre una conferenza stampa di Ellery per frenare la fuga e attutire il panico. Ecco allora accadere il fenomeno opposto, la gente si riversa in massa nei locali di divertimento notturni, nei bar, nei ristoranti provocando il tutto esaurito. Aumentano i reati di ubriachezza, droga, prostituzione, rapina eccetera. La paura non è morta ma ha preso un’altra strada, mentre il Gatto continua a mietere le sue vittime. Nascono di continuo dubbi e tormenti nella mente di Ellery, qualche scontro con il padre, e poi ecco farsi largo l’idea…E se ci fosse di mezzo lo stesso dottor Kazalis? Indagine a tappeto, ricerche su di lui, continui pedinamenti. Allora forse la prossima vittima potrebbe essere…

Tre i personaggi principali della storia: Ellery, il Gatto e la città di New York, ora sprofondata nella paura più irrazionale, ora nella allegria ugualmente più irrazionale, creando una alternanza di incredibili emozioni. Una discesa infernale nella psiche dell’individuo e della folla. E colpi di scena fino all’ultima pagina.

Per La storia del premio Tedeschi di Vincenzo Vizzini abbiamo i vincitori degli anni “010/2012, ovvero Alex B. Di Giacomo con Punto di rottura e Marzia Musneci con Doppia indagine.