Sherlock Holmes – I delitti del porto di Londra di Margaret Walsh, Mondadori 2022.
L’irlandese John Geraghty è stato trovato privo di vita, pugnalato alla schiena, in un vicolo abbastanza vicino al pub Ten Bells, nel quartiere di Whitechapel. La polizia ha chiuso il caso decidendo che si sia trattato solo di una rissa fra ubriachi. Ma Michael Geraghty non è d’accordo, soprattutto perché suo fratello era astemio e quella sera doveva trovarsi al molo Duncan di loro proprietà. Eccolo dunque a chiedere l’aiuto di Sherlock Holmes che accetta di indagare e a sua volta contatta l’ispettore Lestrade per saperne di più.
In effetti chi ha steso il rapporto sull’accaduto è il sergente Albert Woods che ce l’ha fina con gli irlandesi. Bisogna ripartire da zero. Siamo in una situazione particolare alla fine del 1889 quando i lavoratori dei moli scioperano per i loro salari da fame in un clima di tensione e violenza. Ergo indagine difficile e pericolosa punteggiata da diversi scontri. Viene fuori il timore che qualcuno stia usando il molo per il contrabbando soprattutto di liquori, e che di mezzo forse c’è lo zampino della London & St. Katharine Docks Company per far continuare lo sciopero e accaparrarsi il molo Duncan. Ci sono pure i feniani della Fratellanza repubblicana irlandese che vogliono la libertà del loro paese con il Clan na Gael responsabile di attentati dinamitardi perfino a Scotland Yard. E, secondo l’imponente Mycroft, fratello di Holmes, che lavora per il governo di Sua Maestà, è implicata anche la Germania…(vedi il contrabbando di certe armi tedesche).
Un bel caos davvero politico e sociale corredato da diversi morti uccisi con le stesse modalità. Chi è l’assassino? Quale il suo vero scopo? Occorre sfruttare tutte le forze disponibili, compresi gli Irregolari di Baker Street, per cercare un barlume di luce su una vicenda troppo ingarbugliata. Al centro le solite “anticipazioni” di Sherlock incredibili agli occhi di Watson, le suonate di violino sulle note di Bach e i momenti di assoluto silenzio fumando con la pipa, mentre il dottore prende appunti. Ma, soprattutto, colpiscono le atmosfere davvero suggestive che la Walsh riesce a creare “tanto che ci si ritrova immersi nella Londra vittoriana più truce e oscura”, insieme alle splendide caratterizzazioni dei personaggi come scrive Luigi Pachì nel suo commento a fine libro.
Buona lettura!
All’interno il racconto selezionato dal buon Pachì Sherlock Holmes e il mistero del Brompton Cemetery di Giuseppe Berti.
Sherlock e Watson sono deceduti ma il dottore ha lasciato un taccuino di memorie dal contenuto sconcertante. In un “pomeriggio tardo e uggioso” arriva al 221B di Baker Street un certo Joseph Bonomi con una richiesta assai strana. Sherlock dovrebbe custodire una vecchia chiave in ferro che “apre una porta su qualcosa”. Senza altra spiegazione…
Trenta anni dopo si scopre che Joseph Bonomi non era altro che un millantatore e al Nostro viene recapitata una lettera dalle Poste centrali di Eastbourne in cui si menziona un mausoleo al Brompton Cemetery. E la vecchia chiave serve proprio ad aprirlo…
O vediamo cosa succede…
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