Tra febbraio e agosto del 1880, sette anni prima di iniziare la sua grande avventura letteraria con la pubblica di Uno Studio In Rosso, Arthur Conan Doyle fu protagonista di un viaggio assolutamente straordinario tra i ghiacci dell’artico, imbarcato sulla baleniera Hope. Un’esperienza affascinante, oltre che rischiosa, sulla quale lo scrittore ha formato una parte consistente del proprio immaginario, dimostrando di essere dotato di un’intraprendenza che lo avvicina molto di più all’investigatore di Baker Street che non al suo più compassato biografo.

Durante i due mesi trascorsi in navigazione Conan Doyle non perse ovviamente occasione di fissare su carta i dettagli di quelle giornate. Il risultato furono una serie di diari che servirono poi all’autore scozzese per dare vita a due conferenze con le quali racconto l’esperienza vissuta a bordo della Hope.

Nutrimenti Edizioni riporta in libreria quella testimonianza con una nuova edizione del diario, riccamente illustrato con i disegni originali dello stesso Doyle. Un documento preziosissimo per tutti gli appassionati dello scrittore che tra queste pagine potranno ritrovare una versione poco conosciuta del creatore di Sherlock Holmes.

Sul sito della casa editrice sono presenti ampie anticipazioni del volume, tra cui la possibilità di leggere il primo capitolo e di ammirare alcune delle illustrazioni.

La sinossi

Il libro raccoglie i diari scritti da Arthur Conan Doyle e due conferenze tenute sul periodo passato a bordo di una baleniera, dal 28 febbraio all’11 agosto 1880. Arthur Conan Doyle rimanda inevitabilmente a Sherlock Holmes, ma prima che compaia il suo personaggio più famoso, c’è la biografia di un medico e di un viaggiatore. E quest’ultima esperienza non viene abbastanza valutata quando si tratta di cogliere i nessi tra autore e opera (si pensi a Conrad o a Melville, per esempio).

Dalla lettura di questi diari emergerà invece l’assoluta centralità formativa degli anni trascorsi in mare, e quanto tali avventure al Polo abbiano lasciato non solo un segno sulla vita dell’uomo, ma anche dell’artista. Come disse Doyle, “divenni adulto a 80 gradi di latitudine nord”. Il viaggio sulla baleniera Hope è descritto quotidianamente, nei dettagli.

Alla meraviglia per i paesaggi e le atmosfere mistiche si accompagnerà, a ogni latitudine, la paura del fallimento e del naufragio. Le condizioni ambientali precarie e le ricorrenti tempeste mutavano la disposizione dei ghiacci continuamente, provocando non poche preoccupazioni a tutta la ciurma. E poi c’erano le balene: questi magnifici cetacei sono sempre descritti con rispetto. La loro maestosità ha sempre un che di soprannaturale. Doyle ne rimarrà affascinato insieme a tutti gli altri animali, nonostante debba cacciarli.

L’autore

Arthur Conan Doyle è stato uno scrittore e romanziere inglese (1859-1930). Studiò in Germania e all’università di Edimburgo, dove si laureò in medicina. Esercitò come medico e viaggiò per vari anni. Il suo primo libro risale al 1887, ma la grande popolarità arrivò solo con la pubblicazione del celebre The adventure of Sherlock Holmes, che uscirono per la prima volta a puntate sullo Strand Magazine (1891).

Seguì una serie di avventure del medesimo personaggio, che fu poi largamente imitato. è considerato, insieme a Edgar Allan Poe, il fondatore dei generi letterari del giallo e del fantastico, e il capostipite del sottogenere noto come ‘giallo deduttivo’. La sua produzione tuttavia spazia dal romanzo d’avventura alla fantascienza, dal soprannaturale ai temi storici.

Diario di un’avventura artica di Arthur Conan Doyle, Nutrimenti Edizioni, Collana: Nautilus, 144 pagine, traduzione di Andrea Comincini, brossura, Euro 17,00