In questi ultimi tempi diversi scienziati e studiosi del Regno Unito hanno deciso di impegnarsi per raggiungere un comune obiettivo: la costruzione della prima “fattoria dei corpi” del loro paese. Di cosa si tratta?

Il termine “fattoria dei corpi” si riferisce a un terreno su cui vengono depositati all’aperto cadaveri destinati all’osservazione scientifica. Esposti all’attività degli elementi naturali, alcuni corpi vengono avvolti in tessuti o sacchi di plastica, altri sono lasciati nudi, alcuni sepolti e altri ancora abbandonati dentro il portabagagli di un’auto, senza contare quelli che vengono impiccati ad apposite impalcature… A questo punto, chiunque si domanderebbe in preda al disgusto: perché mai un gruppo di scienziati dovrebbe desiderare la costruzione di una simile struttura? La risposta sta nel fatto che i cadaveri disseminati su questo terreno consentono di studiare il processo di decomposizione di un corpo umano nelle più disparate condizioni e i risultati di queste ricerche possono poi essere usati dalla polizia scientifica e nell’ambito della medicina legale. Per esempio, possono consentire un miglioramento delle tecniche impiegate per stabilire causa e ora di un decesso, oppure l’introduzione di nuovi e più efficaci metodi per rintracciare un cadavere disperso. Secondo gli scienziati, numerosi casi rimasti irrisolti in passato avrebbero potuto essere affrontati in maniera più efficiente con l’aiuto delle conoscenze derivate dall’attività delle fattorie dei corpi.

I cadaveri utilizzati all’interno di queste strutture sono messi a disposizione da volontari che accettano che dopo la morte il loro corpo venga messo a disposizione della scienza, o dai parenti di un defunto.

Al momento esistono sei “fattorie” negli Stati Uniti (ma vi sono anche progetti per la costruzione di altre due strutture) e una in Australia. Inoltre l’AMC (Academic Medical Centre) di Amsterdam sta pianificando l’apertura di una fattoria dei corpi anche nei Paesi Bassi.

Per quale motivo il mondo scientifico britannico vorrebbe seguire l’esempio di questi paesi? Non è forse vero che i risultati delle ricerche effettuate nelle fattorie statunitensi possono essere “importati” anche in Europa? Verissimo, tuttavia bisogna tenere presente le differenze a livello climatico e ambientale fra Regno Unito e America. Il processo di decomposizione dei corpi infatti varia sensibilmente a seconda del clima, della fauna e della flora presenti nei diversi paesi, il che attenua l’efficacia delle scoperte “importate” dagli Stati Uniti.

Il complesso di antropologia legale dell’Università del Tennessee è stata la prima fattoria dei corpi, fondata nel 1981 dal dottor William M. Bass, uno fra i primi a comprendere l’importanza di questo genere di studi e a dettare regole oggi utilizzate in tutto il mondo per risolvere casi di omicidio.

La fattoria dei corpi di Bass compare anche in molti romanzi, film e serie tv. È stata fonte d’ispirazione anche per la nota scrittrice americana Patricia Cornwell, la quale vi ha dedicato il suo best seller La fabbrica dei corpi (in inglese The Body Farm, che è appunto il termine con cui sono indicate le fattorie dei corpi). Si tratta del quinto romanzo della serie incentrata sulle avventure della dottoressa Kay Scarpetta, che questa volta si ritrova a collaborare con la “fabbrica dei corpi” per risolvere il macabro caso dell’omicidio di una undicenne che ha scioccato la tranquilla cittadina di Black Mountain, nella Carolina del Nord.

Cornwell non è l’unica autrice a occuparsi della fattoria dei corpi. Lo stesso William Bass si è dedicato alla pubblicazione di opere letterarie, sia non-fiction sia romanzi.

La sua attività letteraria ebbe inizio nel 2000, quando Bass cominciò a collaborare con il giornalista, scrittore e produttore di documentari Jon Jefferson.

Il primo libro firmato “Jefferson Bass” fu pubblicato in America nel 2003 e uscì in Italia un anno più tardi, con il titolo di La vera fabbrica dei corpi – Storia e segreti del leggendario laboratorio in cui si studia la morte, e dell'uomo che lo ha creato.

Negli anni successivi venne alla luce la serie di romanzi incentrati sulle indagini del dottor Bill Brockton, alter ego letterario di Bass, antropologo forense e direttore della “Fabbrica dei Corpi”, dove studia la decomposizione dei cadaveri e collabora nella risoluzione di intricati casi di omicidio.

Oltre ai romanzi, il duo Jefferson-Bass ha anche prodotto una serie di documentari e sta ora lavorando alla realizzazione di una serie tv.