Per gli amanti del Sacro Canone quella de Il Detective Morente è una delle avventure più memorabili, tutta incentrata sulla figura drammatica di uno Sherlock Holmes che, anche se in condizioni di salute gravissime, riesce comunque a impartire al Dr. Watson degli ordini inflessibili grazie ai quali si riuscirà a risolvere l'intera vicenda.

Siamo nel periodo in cui Watson non divide più l'appartamento con Holmes. Per questo motivo sarà una preoccupata signora Hudson a precipitarsi nel suo studio medico per riferirgli le drammatiche condizioni di salute del suo importante inquilino. Pare infatti che Holmes abbia contratto una qualche misteriosa malattia virale aggirandosi nei meandri più malsani dei docks 

sul Tamigi. Watson raggiunge il suo vecchio appartamento di Baker Street dove trova il suo amico in una condizione di salute pietosa, febbricitante con crisi che degenerano in veri e propri deliri. In preda al delirio Holmes ordina all'amico di rivolgersi a Culverton Smith, esperto di malattie tropicali, l'unico londinese in grado di suggerire un'appropriata terapia. Chiede inoltre a Watson di non partecipare all'incontro con Smith, ma di anticipare la visita di lui. L'esperto però sembra non amare le visite a domicilio e si convince dell'importanza della sua uscita solo quando viene a sapere che il paziente versa in condizioni davvero critiche. Davvero indimenticabile, nell'apice del racconto, quando Holmes convince l'amico del proprio delirio, dichiarando, terrorizzato che il mondo verrà conquistato dalle ostriche. Ugualmente memorabile è il modo in cui Watson convince il Dr. Smith a recarsi a Baker Street. Rispettando il volere del detective, Watson arriva all'appuntamento prima di Smith e rimane basito quando Holmes gli ordina di nascondersi dietro il letto e di ascoltare l'intera conversazione senza farsi vedere.

Sarà tutta colpa della febbre o la mente del segugio londinese sta seguendo un piano ben preciso? Lo si scoprirà solo vedendo il film o leggendo l'avventura del detective morente, apparsa per la prima volta sullo Strand Magazine nel novembre del 1913. Titolo originale: The Dying Detective (1911) Durata: 52 minuti ca.

Passiamo all’uscita n. 35, ovvero La Pietra di Mazarino. Watson, di rientro nel familiare salotto di Baker Street, trova il suo amico intento a riflettere su un caso di rilievo nazionale. Una faccenda tanto delicata da coinvolgere il Primo Ministro in persona, il Segretario di Stato e Lord Cantlemere, un alto membro della Camera dei Pari di Sua Maestà.

Holmes, raccontando l'accaduto, confida al suo amico che dal tesoro della Corona è stato sottratto un preziosissimo diamante: una grande pietra gialla, la famosa pietra di Mazarino. Per la mente acuta di Holmes il caso è già praticamente risolto, è chiaro infatti che il responsabile non può essere altri che il conte Negretto Silvius. Ma Holmes è anche consapevole del fatto che con una tale mente criminale c'è poco da scherzare, decide così di tendergli una trappola.

Invita Silvius nel suo salotto e gli svela in dettaglio quelli che sono i fatti che porteranno il criminale alla cattura per poi spostarsi in un'altra stanza per suonare il proprio Stradivari. Ma quando Silvius tenta di colpirlo a morte, da dietro, colpendolo con il suo bastone da passeggio il trucco viene svelato.

La Granada Television ha realizzato questa sceneggiatura nel 1994 con non poche difficoltà causate, purtroppo, dall'aggravarsi dello stato di salute di Jeremy Brett (l’attore morrà il 12/9/1995). Questa la ragione per la quale gli sceneggiatori hanno deciso di intrecciare la drammatizzazione con pezzi tratti da un'altra storia, l'Avventura dei Tre Garridebs e hanno permesso all'attore di allontanarsi dal palcoscenico,  facendo partire Holmes per la Scozia all'inseguimento del famoso diamante. Nonostante qualche imprecisione, la Granada ha comunque realizzato un buon lavoro, sebbene non sia stato facile intrecciare due storie ed evitando di inciampare o cadere nel ridicolo. Titolo originale: The Mazarin Stone (1917). Durata: 52 minuti ca.