Giallo su giallo è il titolo di una rassegna cinematografica del tutto particolare, tesa a indagare il nostro genere preferito da un’ottica quanto meno insolita. A organizzarla è il Cinema del carbone di Mantova. Nell’arco di quattro serate (7, 14, 21, 28 aprile), verranno proiettate altrettante pellicole scelte appositamente da giallisti italiani contattati dal circolo per l’occasione. Gli autori, oltre che a indicare le pellicole, saranno anche chiamati in sala a introdurle e a commentarle a stretto contatto con gli spettatori. Giovedì 7 aprile, in occasione del primo appuntamento, è stata la volta di Piero degli Antoni (La verità è un’altra e L’udienza è tolta), che ha presentato il film di Michael Mann, con Tom Cruise e Jamie Foxx, Collateral. Approfittando della disponibilità dell’autore, gli abbiamo rivolto alcune brevi domande in attesa dell’inizio della proiezione.

Breve intervista a Piero degli Antoni

Domanda d’obbligo, anche se sicuramente poi affronterà l’argomento in maniera più estesa una volta in sala: come mai Collateral?

L’ho scelto perché è un film straordinario, il migliore che abbia visto ultimamente assieme a Million Dollar Baby. Straordinario, non tanto per la trama, che di per sé potrebbe persino apparire banale, quanto per il gioco dei personaggi. E’ questo l’aspetto che più mi ha colpito della pellicola… un po’ come se mi fossi trovato di fronte un film di Ingmar Bergman costruito sul plot. Tom Cruise e Jamie Foxx si incontrano per caso, l’uno nei panni di un killer inumano, l’altro di un tassista debole e insicuro, incapace di prendere qualsiasi decisione, e si influenzano a vicenda. Per ognuno viene a crearsi una parabola perfetta che li porterà, alla fine del film, a scambiarsi i ruoli, riscoprendo in sé stessi quel lato che era sempre rimasto celato: il sentimento per Cruise e la capacità di decidere, quasi in maniera spietata, per Foxx.

Secondo lei, come mai, a fronte di un grande interesse per i romanzi gialli italiani, ancora il cinema di casa nostra stenta a rapportarsi con il genere?

A dire il vero qualche piccolo tentativo di dare uno sfogo cinematografico a questa ondata di gialli italiani c’è stato, quanto meno in ambito noir, che è poi il filone attualmente prediletto dagli autori nostrani. Ricordo, a esempio, L’imbalsamatore o Le conseguenze dell’amore di Sorrentino. Anche Ferrario adesso gira un film tratto da Carlotto. Certo, per ora si sono visti più che altro risultati di critica che di pubblico. A ogni modo io sono fiducioso. All’inizio era impensabile scrivere un giallo italiano ed essere letti, ma poi il pubblico, grazie ai vari Camilleri, Lucarelli etc., ha iniziato ad amare i prodotti nostrani. Chissà che anche per il cinema non ci sia questa possibilità, magari in un futuro prossimo… Ci dica qualcosa a proposito dei suoi esordi.

Come è avvenuto il passaggio dai suoi primi romanzi, Gli uomini preferiscono le donne e Sarò sincero, che nulla avevano a che fare con il giallo, alla letteratura noir?

In realtà io ho iniziato scrivendo gialli, solo che li scrivevo quando non li voleva pubblicare nessuno. Allora mi sono riconvertito a romanzi ironici d’amore, che sono stati subito accettati dagli editori. Nel frattempo però è scoppiata questa ondata di gialli italiani e io ho fatto una rapida inversione di marcia per tornare a scrivere quello che scrivevo all’inizio, cioè dei gialli neri.

Il suo ultimo romanzo, L’udienza è tolta, ha riscosso un grande successo sia di critica che di pubblico. In due parole, potrebbe presentarlo ai nostri lettori?

Si dice, di solito, che la differenza fra gialli e noir sia questa: nei gialli ci si chiede chi è stato, nei noir ci si chiede perché. Con L’udienza è tolta sono voluto sfuggire a questa ulteriore catalogazione. Nel mio romanzo c’è un giudice che si chiede “se ha sbagliato”, un giudice che si considera irreprensibile, molto preciso, pignolo, che però ha il sospetto di aver commesso un errore giudiziario. Questo sospetto diventa devastante e così il protagonista inizia un’investigazione parallela, assolutamente privata, per capire sa davvero ha fatto condannare un innocente oppure no. Si tratta, in sostanza, di un dramma psicologico raccontato con i toni del giallo e del noir.

Quali programmi ha per l’immediato futuro? C’è un altro romanzo giallo nel cassetto, pronto a essere pubblicato?

Sì, dovrebbe uscire in autunno. A me piace entrare nel giallo stravolgendone le architetture di genere e così il nuovo romanzo sarà una specie di giallo-thiller con un’ambientazione molto strana, anomala, un’ambientazione… di montagna.

I prossimi appuntamenti di Giallo su giallo

La prossima serata vedrà in sala, presso il Cinema del Carbone, Giorgio Todde, a presentare Ordet, di Carl Theodor Dreyer. Il 21 aprile sarà la volta di Alessandro Perissinotto, con I fiumi di porpora, mentre a chiudere la rassegna è stato invitato, Maurizio Matrone, che presenterà agli spettatori il film di Elio Petri, Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto. E’ nostra intenzione realizzare un breve speciale per ognuno di questi incontri, approfittando dell’occasione per fare quattro chiacchiere con alcuni degli autori che stanno contribuendo a consolidare il momento assai favorevole che il giallo letterario sta vivendo nel nostro Paese. Ulteriori informazioni circa la rassegna, l’ubicazione del cinema e gli autori coinvolti, sono disponibili sul sito del circolo: http://www.ilcinemadelcarbone.it.