H. G. Welles odiava Arthur Conan Doyle? Nutriva una gelosia e un'invidia mortale per il creatore di Sherlock Holmes? Sta di fatto che nella sua pur minuziosa e particolareggiata storia della Guerra dei mondi, Wells ha deliberatamente ignorato il decisivo ruolo di Holmes (nonché di Watson e del Prof. Challenger) nella lotta contro l'invasore marziano. Ma la "verità" di quella drammatica esperienza è ripresentata dai due autori Manly Wade Wellman e Wade Wellman in La guerra dei mondi di Sherlock Holmes (Urania n.885, Mondadori - 26/4/1981, traduzione di Laura Serra - pubblicato originariamente nel 1969). Scrive  Wade Wellman: "Holmes era ritratto con efficacia tale, che quando vidi il film per la prima volta (Uno studio in nero, nda) mi venne improvvisamente da chiedermi, non senza meravigliarmi per non averci mai pensato prima, come Holmes avrebbe potuto reagire all'invasione marziada di H.G. Wells. I cinque capitoli di questo libro li dedichiamo alla stimolante memoria di Sir Arthur Conan Doyle e di Herbert George Wells."

Per scrivere questo romanzo, obiettivamente mediocre, gli autori hanno consultato vari saggi su Sherlock Holmes tra cui il dotto ed esauriente The Chronological Holmes di William Baring-Gould.

Insomma, una vera e propria avventura fantascientifica, tra il genere ucronico e lo steampunk, del nostro detective inglese di cui molti appassionati non conoscono l'esistenza.