Per proseguire con questa carrellata di Sherlock Holmes in chiave fantascientifica, nel corso degli anni su licenza Virgin e BBC sono stati pubblicati molti romanzi dedicati al personaggio noto ai fan come Dr. Who. Il dottor Who è un Time Lord che viaggia attraverso il tempo e lo spazio grazie ad un sistema denominato Tardis. Uno dei temi più fecondi della fantascienza, probabilmente il più affascinante, è quello dei viaggi nel tempo, con le relative implicazioni. E la cronomacchina è una delle più mirabolanti invenzioni tra quelle che non sono state realizzate. In Italia il Dr. Who, versione televisiva, è stato trasmesso solo per qualche episodio dalla Rai molti anni fa. In Inghilterra sono stati realizzati oltre seicento episodi in un arco temporale di trent'anni. Non aspettatevi molto, anche perché il Dr. Who è un personaggio un po’ ostico e non necessariamente piace a tutti. E’ pur vero che, essendo una crezione dell’immaginario narrativo anglosassone, non poteva, in un arco temporale così lungo, non fermarsi a delle tappe che includessero anche il personaggio letterario di Sir Arthur Conan Doyle. Tutta la fantascienza che affronta il tema del viaggio nel tempo deve vedersela con i paradossi. Il più classico è quello comunemente definito "paradosso del nonno". Ammettiamo che, con la cronomacchina, io torni indietro di un certo numero di anni e uccida mio nonno prima che questi abbia conosciuto mia nonna: è evidente a questo punto che io non dovrei essere mai nato. Ma se non sono nato, non posso aver viaggiato nel tempo uccidendo mio nonno, e mio nonno è vivo; quindi, sono nato. Ma se sono nato... E così via, all'infinito. Questo irrisolvibile rompicapo non ha certo scoraggiato i fanta-scrittori: su di esso, o meglio sul nodo della causalità, si sono costruite migliaia di storie. La prima citazione riferita ad Holmes nei libri del viaggiatore temporale per eccellenza, il Dr. Who, la troviamo in Timewyrm Revelation di Paul Cornell. Qui la collaboratrice del dottore, Ace, descrive Holmes come un personaggio della narrativa. Per tutta risposta il Dr. Who afferma: “soltanto perché qualcuno è un personaggio della narrativa non è detto che non lo si possa incontrare”. Qui, in realtà, si aprirebbe anche la possibilità di un seguito che Connell potrebbe intraprendere, riferendosi all’episodio degli Anni Sessanta, The Mind Robber, nel quale Holmes incontra il Dr. Who nella cosiddetta Land of Fiction. In All-Consuming Fire, invece, l’autore Andy Lane presenta Holmes e il Dr. Who inizialmente alla ricerca di un ladro in India, per finire a risolvere il caso sul pianeta Ry'leh. L’autore riesce a ricreare un’atmosfera sufficientemente sullo stile di Doyle e nella sua avventura possiamo incontrare persino il fratello di Holmes, Mycroft, il temibile Moriarty e l’ispettore Lestrade. In Evolution di John Peel, il Dr. Who incontra direttamente, in questo nuovo romanzo, un giovane Arthur Conan Doyle e lo ispira nella realizzazione e creazione del personaggio di Sherlock Holmes e del suo inseparabile amico dottor Watson. Infine nel libro Happy Endings, sempre ad opera di Paul Cornell, Sherlock Holmes appare per l’ultima volta nei romanzi di Dr. Who. Il Nostro si trova qui sbalzato, assieme a Watson, nel Ventunesimo secolo in occasione del matrimonio dell’assistente Bernice. Giunto sulla Terra del futuro gli viene chiesto di indagare su un mistero che coinvolge tombe profanate e clonazione umana. Prima di accettare l’incarico Holmes si ferma in una biblioteca e cerca di acquisire il massimo della conoscenza di questo secolo. Va detto che Cornell è certamente più in gamba di Lane nel descrivere i personaggi di Doyle, sebbene questo romanzo ci porti a leggere anche una lunga parte riferita ad un rito pagano che si svolge nel cyberspazio francamente mediocre. Da qualche tempo, come accennato inizialmente, i diritti di pubblicazione delle storie di Dr. Who sono passate di mano. Da quando è scesa in campo la BBC sono stati vietati i cosiddetti crossover, e quindi Sherlock Holmes non fa più parte dell’universo che ruota attorno al Dr. Who, noto agli appasionati inglesi con la definizione di Whoniverse. Sono certo che per gli Sherlockiani questa decisione della BBC abbia rappresentato la salvezza. Come è facile capire, le avventure del Nostro attraverso il tempo e lo spazio non trovano nessun riscontro oggettivo nel canone di Doyle e possono soltanto essere lette in pura chiave di divertissment.