“Il miglior romanzo nella tradizione della “scuola dei duri” che io abbia mai letto dopo Addio mio amata e Il falcone maltese”. La signora che ingaggia Lew Archer per ritrovare la nipote Galley Lawrence “Era alta, sulla cinquantina, con occhi scuri e preoccupati in un viso lungo e preoccupato”. Parla “con una voce che di sicuro era la migliore delle sue caratteristiche”. La visione della stanza gli dà la sensazione di essere piombato nel passato e allora “Afferrai il presente per la coda e lo feci entrare a forza in quella stanza”. Per dire grassa “Se i fianchi della signora Tarantine fossero stati di qualche centimetro più larghi sarebbe stata costretta a passare per traverso”. Tocchi di un brutale realismo “Le vene varicose si delineavano sulle sue gambe, sotto le calze, come grassi vermi bluastri”. Paragoni ed espressioni imprevedibili “La carnagione era fresca e giovanile, ma gli occhi scuri e sporgenti parevano appena usciti da una pozzanghera e appesi su quella faccia ad asciugare”, “Le banconote sembrano prendere qualcosa dal modo di fare di chi le maneggia e quella mi si accartocciò in mano come un grosso verme verdognolo”. A proposito di un farabutto sanguinario “Gli occhi sporgenti e le mascelle ruminanti lo facevano assomigliare a un gigantesco criceto travestito da uomo”. Anche la natura non la scampa “La notte stava morendo lentamente, dissanguandosi in un’alba densa di parole”. Oppure “Quando uscii dalla macchina la notte mi sovrastò come un albero con i rami fioriti di stelle”. E così via. Può piacere o non piacere…

John D.MacDonald (1916-1986) famoso per la serie di Travil Mc Gee in 44 racconti, un veterano della guerra di Corea. Ho fatto uno sforzo, ho rischiato un attacco di asma rovistando tra vecchi libri con un fazzoletto alla banditesca che mi tappava naso e bocca, ma non sono riuscito a trovarne uno scritto da questo Macdonald. Eppure mi sembrava di avere letto qualcosa di lui. Niente. Anche la memoria ha fatto cilecca. Ho trovato solo un giudizio del solito Manchette. “Nel suo piccolo, soprattutto grazie alla serie di Travis McGee, è uno scrittore celebre e conosciuto in tutto il mondo. Il che non c’impedirà di considerarlo un artigiano. Perché, a dispetto delle variazioni infinite, non smette d’imitare stilemi ben noti, e poi è imitando stilemi ben noti che ogni tanto firma un capolavoro”. Cercherò di documentarmi meglio. Anche se…no…, non ricordo. Maledetti dermatofagoidi!

 

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