Raramente si pensa al fatto che molte delle attuali correnti letterarie, come ad esempio il Fantasy, il Giallo e il Poliziesco siano in realtà riconducibili al filone gotico, che per la prima volta esprima dubbi sulle umane consapevolezze, e sulle illimitate possibilità della scienza, e risentendo di influssi sociali, politici e scientifici preparava lentamente il mondo a una nuova era.
Nativo dell'Inghilterra, il genere gotico vede le sue origini radicarsi nella seconda metà del Settecento raccogliendo la nascente sensibilità verso il lato oscuro ed il subconscio dell’uomo e dando spazio a tutto quanto di macabro e di orrorifico si cela dietro l'umana natura. Ottenendo immediato successo proprio grazie al desiderio, sempre latente nel lettore, di essere spinto verso sensazioni forti e terrore, attraversando tutti gli stati intermedi di angoscia, paura e turbamento.
In partenza piuttosto stereotipato, questo filone è poi destinato ad evolversi verso nuove frontiere, sviluppando come vedremo una serie di rami collaterali, da considerarsi a tutti gli effetti i legittimi antenati di molte correnti letterarie a noi contemporanee, come il Noir, il Thriller, il Poliziesco, la Detective Story, il Giallo, la Fantascienza e il Fantasy.
I parametri fondamentali del gotico alle sue origini sono: un'ambientazione medioevale e tetra, preferibilmente di connotazione religiosa, un simbolismo accentuato e mistico, presenze inquietanti ed oscure, protagonisti controversi e tormentati. Per queste sue caratteristiche, pur essendo originario dell'Inghilterra, il gotico mostra presto una tendenza a riscoprire come ambientazione i paesi latini come l'Italia, la Spagna, e la Corsica, ricchi di storia e di leggende vecchie di secoli.
Canonicamente viene definitivo come il confronto dell'uomo verso l'inconoscibile, rapportato nel quotidiano. Sconfiniamo quindi nel paranormale, nello spiritismo, dove mostri e fantasmi vengono a rappresentare validamente i quotidiani timori dell'umanità verso l'ignoto, la paura costante verso quello che non comprendiamo e la difficoltà ad accettare i mostri veri che albergano invece negli oscuri recessi della nostra mente.
Non è un caso infatti che sia il gotico che il fantastico nascano in un periodo di crisi dei valori, in cui da una parte vengono a morire i vecchi ideali e dall'altra si aprono le prime promettenti porte verso l'innovazione tecnologica, ma proprio dalla sfiducia e dalla repulsione nei confronti delle nuove conquiste della scienza affiorano le inquietitudini espresse da entrambi i generi, e in parallelo appare la caratteristica costante della passività del lettore, che pur fortemente coinvolto dal punto di vista emotivo, non è chiamato a mettersi in gioco personalmente, ma assiste dall'esterno agli accadimenti narrati sviluppando in questo modo una certa sicurezza che gli è di conforto, situazione questa che ritroviamo ancora oggi negli appassionati del genere Horror, ben disposti a lasciarsi spaventare, purchè tutto si concluda quando si esce dalla sala del cinema, o si chiudano le pagine del libro.
Tecnicamente sorto nel 1764, con il Castello di Otranto, il genere gotico puro sopravvive raccogliendo unanimi consensi fino al 1820, alimentando la letteratura di una vasta progenie di mostri a firma di autori variegati ed eterogenei che nel volgere degli anni si sono accostati a questo genere, tra cui numerosissime donne, mostri ai quali a quanto pare ancora oggi ci si continua ad ispirare in quanto ogni orrida creatura partorita successivamente dalla mente di uno scrittore sembra comunque continuare a richiamarsi ancora a quelle di allora. Ansie desideri paure e sentimenti repressi affiorano in questo periodo dai più neri recessi dell'animo umano, trovando perfetta incarnazione nelle pagine oscure di quest'epoca, floridissima e varia, ricca di opere di ogni genere e tipo, alcune delle quali consacrate per sempre al mito e, ancora a tutt'oggi, incomparabili.
Anche nella nostra epoca i grandi maghi dell'Horror, a partire da Stephen King, continuano a giocare su questo dualismo, su questa ambivalenza tra la nostra concezione del reale e le nostre paure più profonde. Per la prima volta il fenomeno del gotico insinua nelle coscienze un dubbio essenziale: è veramente negativo ciò che è male? E per contro è veramente un bene affidarsi totalmente all'andamento preordinato e rigoroso di un sistema sociale apparentemente sicuro e ampiamente collaudato?
Sono domande queste a cui nel nostro ventesimo secolo ancora non si è trovata una risposta adeguata, lasciando solo la rigorosa certezza che le anomalie esistono, e che il terrore più profondo si manifesta proprio quando tali anomalie si verificano esattamente all'interno della pacifica tranquilla e consolidata realtà di tutti i giorni.
Moltissimi filoni sono stati generati dal fenomeno del gotico, e mentre alcuni sono in fase di declino, come la fantascienza intesa in senso classico, altri sono ancora pienamente attuali e godono salute eccellente, praticamente consegnati all'immortalità.
Uno dei generi principe di derivazione gotica, per quanto generalmente non ci si pensi, è il romanzo poliziesco, derivato in Francia dal filone romantico e dal feuilleton a puntate, e sbocciato invece in Inghilterra sul fertile e rigoglioso terreno del romanzo nero, o gotico che dir si voglia. Misteri oscuri, delitti insoluti, presenze inquietanti, vengono presto sostituiti da un più rassicurante meccanismo di indagine che assicura l'assassino e il colpevole alla giustizia, terrena o divina che sia.
Il primo esponente di questa categoria diciamo di transizione è Charles Dickens, che già nelle avventure di Oliver Twist, pubblicato per l'appunto a puntate, ci presenta uno dei primi episodi di vera detection mai apparso in un romanzo, comprensivo delle consuete macchiette ironiche sulle capacità dei poliziotti, che poi diventeranno molto familiari in un certo tipo di poliziesco successivo.
Già nel 1843 appare invece il primo investigatore privato, a firma di Chuzzlewit, mentre l'interesse di Dickens per le figure di veri poliziotti riappare verso gli anni Cinquanta, probabilmente influenzato dalla sua amicizia personale con l'ispettore Whicer di Scotland Yard, cui si ispirò per tratteggiare alcuni dei suoi protagonisti detective.
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