“Più si riesce a guardare indietro, più avanti si riuscirà a vedere."

Winston Churchill

Fiumi di inchiostro sono stati impiegati per prevedere e indovinare dove e come si evolverà il Noir, ma per una volta credo che valga la pena di prendere in considerazione la massima di Churchill. Non si può pretendere di avere una visione chiara del futuro se non prima non si analizzano le radici del nostro passato. Ma chissà perché in quest’epoca moderna viene considerato inutile e spesso quasi disdicevole ripercorrere con umiltà i percorsi che dalle precedenti esperienze ci hanno portato alle attuali realtà.

Il Noir, lo sanno tutti, è un diretto discendente del genere giallo, considerato a lungo, e per troppo tempo, un fenomeno quasi infamante, un figlio degenere della letteratura evoluta, un innocuo divertimento per gente annoiata, un tipo di lettura poco impegnativa e di pura evasione, in poche e parole un vero e proprio genere letterario di serie B.

Eppure potrebbe essere interessante approfondire quali furono i lontani padri fondatori del  giallo. A partire dal gotico fino al romanticismo nero moltissimi autori di tutto rispetto si sono avventurati in quel filone ancora sperimentale che attraverso le indagini sulle miserie umane avrebbe condotto direttamente al poliziesco, arricchendo la storia della letteratura di opere rare, pregevoli ed indimenticabili.

Anche se naturalmente non è possibile stabilire una data incontrovertibile per la nascita del genere letterario "giallo" o "poliziesco", è generalmente accettata l'idea che i suoi primi esempi possano essere considerati o Caleb Williams di W. Godwin (1794) o I delitti della Rue Morgue di E. A. Poe (1841).

Ma volendo riportare la nascita del genere giallo ancora più indietro nel tempo si scopre, senza nessuna difficoltà, che le sue radici affondano proprio in un senso di malessere di tipo etico, sociale o moralistico. Per lungo tempo la letteratura poliziesca o gialla è stata un ottimo eccellente strumento per accendere in un certo senso, un faro su una rivoluzione culturale mai del tutto completata con tutte le implicazioni necessariamente correlate.  L’insistenza a voler riprodurre a tutti i costi una realtà anche sgradevole ponendo gli accenti sul degrado e le miserie dell’animo umano o sul progressivo disfacimento della società ha permesso l’attuarsi di una parabola compiuta che nella sua evoluzione ha toccato tutti i picchi della scala espressiva:  verismo, naturalismo, romanticismo, nero, fantastico e gotico sono tutte concrete esteriorizzazioni di una visione piuttosto realistica del mondo con tutte le sue brutture, le ingiustizie, le miserie, il degrado e l’orrore che sono stati comuni e diversi ogni volta rispetto al tempo e all’epoca di appartenenza.

 

Glauser diceva: «il racconto poliziesco è il miglior mezzo per diffondere idee ragionevoli» e ancora “Il poliziescorappresenta un modo intelligente per parlare di cose serie”.

Dello stesso parere era Chesterton che affermava "Ci sono due tipi fondamentali di letteratura. L’una ci aiuta a capire, l’altra ci aiuta a dimenticare; la prima ci aiuta a essere persone e cittadini liberi, l’altra aiuta chi vuole manipolarci. L’una è come l’astronomia, l’altra è come l’astrologia". "Non solo il giallo è una forma d’arte perfettamente legittima, ma presenta altresì certi vantaggi ben definiti e reali in quanto fattore di pubblico benessere. Il primo valore essenziale del giallo risiede nel fatto che è la prima e unica forma di letteratura popolare in cui si esprime in qualche modo la poesia della vita moderna"

Il romanzo avventuroso della polizia rappresenta così l’intera avventura umana, ed è basato sul fatto che la moralità è la più oscura e ardita delle cospirazioni. Perfino Padre Brown, uno degli investigatori più inusuali della letteratura gialla, creato da Chesterton, conferma in tutta la sua umiltà: «Sono un uomo e perciò ho il cuore pieno di diavoli».

Dunque il giallo alle sue origini è nato proprio come fenomeno di denuncia sociale e morale. E il mutare delle forme letterarie nei secoli è sempre andato di pari passo con i progressi della scienza e le evoluzioni culturali della società di appartenenza. Eppure raramente si pensa al fatto che molte delle attuali correnti letterarie, siano in realtà riconducibili al filone gotico, che per la prima volta esprima dubbi sulle umane consapevolezze, e sulle illimitate possibilità della scienza, e risentendo di influssi sociali, politici e scientifici preparava lentamente il mondo a una nuova era.

Nativo dell'Inghilterra, il genere gotico vede le sue origini radicarsi nella seconda metà del Settecento raccogliendo la nascente sensibilità verso il lato oscuro ed il subconscio dell’uomo e dando spazio a tutto quanto di macabro e di orrorifico si cela dietro l'umana natura. Ottenendo immediato successo proprio grazie al desiderio, sempre latente nel lettore, di essere spinto verso sensazioni forti e terrore, attraversando tutti gli stati intermedi di angoscia, paura e turbamento.

 

In partenza piuttosto stereotipato, questo filone è poi destinato ad evolversi verso nuove frontiere, sviluppando come vedremo una serie di rami collaterali, da considerarsi a tutti gli effetti i legittimi antenati di molte correnti letterarie a noi contemporanee, come il Noir, il Thriller, il Poliziesco, la Detective Story, il Giallo, la Fantascienza e il Fantasy.

I parametri fondamentali del gotico alle sue origini sono: un'ambientazione medioevale e tetra, preferibilmente di connotazione religiosa, un simbolismo accentuato e mistico, presenze inquietanti ed oscure, protagonisti controversi e tormentati. Per queste sue caratteristiche, pur essendo originario dell'Inghilterra, il gotico mostra presto una tendenza a riscoprire come ambientazione i paesi latini come l'Italia, la Spagna, e la Corsica, ricchi di storia e di leggende vecchie di secoli.

Canonicamente viene definitivo come il confronto dell'uomo verso l'inconoscibile, rapportato nel quotidiano. Sconfiniamo quindi nel paranormale, nello spiritismo, dove mostri e fantasmi vengono a rappresentare validamente i quotidiani timori dell'umanità verso l'ignoto, la paura costante verso quello che non comprendiamo e la difficoltà ad accettare i mostri veri che albergano invece negli oscuri recessi della nostra mente.