Con il numero 103, la collana I bassotti prosegue le sue pubblicazioni e ci propone un giallo dal titolo I delitti della vedova rossa (The Red Widow Murders, 1935). Romanzo firmato da Carter Dickson pseudonimo del grande scrittore John Dickson Carr.

Il romanzo fa parte della serie dedicata a Sir Henry Merrivale, protagonista di ben ventidue romanzi e siccome l’autore era molto prolifico decise appunto di usare uno pseudonimo.

L’autore conosciuto in tutto il mondo è stato un vero maestro nel proporre romanzi nei quali erano compiuti dei delitti in camere chiuse e anche questo I delitti della vedova rossa si svolge all’interno di una stanza chiamata appunto “vedova rossa” in quanto al suo interno erano morte ben quattro persone. Al fine di risolvere il mistero un gruppo di persone decide di controllare cosa poteva avvenire al suo interno.

La persona che estrae la carta più bassa passerà due ore chiuso nella camera, nel gruppo fa parte anche Sir Henry Merrivale.

Sembra che tutto procede bene sino al momento in cui.....

L’autore: 

Carter Dickson (1906-1977), pseudonimo di John Dickson Carr, è

l'indiscusso maestro dei delitti della camera chiusa. Esordì nel 1930 con il suo vero nome con It Walks by Night (Il mostro del plenilunio), un giallo ambientato a Parigi. Il suo personaggio più celebre è il dottor Gideon Fell, apparso per la prima volta nel 1933 in Nag's Hook (Il cantuccio della strega), di cui ricordiamo la memorabile prestazione in Black Spectacles (1939, Occhiali neri - I bassotti n.33). Altro famoso personaggio è Sir Henry Merrivale, il protagonista delle storie scritte come Carter Dickson, introdotto in The Plague Court Murders (1934, La casa stregata). Legato a John Rhode da una grande amicizia, scrisse insieme a lui Discesa fatale.

la “quarta”: 

Una stanza può uccidere? A questa bizzarra domanda Lord Mantling, eccentrico erede di una famiglia di industriali e appassionato di armi primitive, è deciso a dare una risposta prima che la sua antica dimora londinese venga demolita. Il locale in questione ha un nome curioso e dalle origini oscure, la Camera della Vedova Rossa, e una particolarità: dal 1803 in poi al suo interno sono morte ben quattro persone, tutte in modo misterioso e tutte rigorosamente sole. Negli anni la stanza è stata esaminata più volte da cima a fondo, ma senza che emergesse nulla; del resto, anche l’effetto di un ipotetico veleno nascosto chissà dove sarebbe sicuramente svanito col passare del tempo. Così il padrone di casa convoca un gruppo di amici, tra i quali il famoso criminologo Sir Henry Merrivale, perché prendano parte a uno strano gioco d’azzardo: chi tra loro estrarrà da un mazzo la carta più alta dovrà trascorrere due ore da solo nella stanza maledetta. Il sorteggiato potrà contare sulla vigile presenza degli altri al di là della porta, che ogni quindici minuti lo chiameranno per sincerarsi che sia tutto sotto controllo. Dapprima sembra che le cose vadano per il meglio, poi dietro quella porta… Dal massimo specialista di  “delitti della camera chiusa” un enigma del 1935 che il lettore troverà di difficilissima soluzione.

Carter Dickson, I delitti della vedova rossa (The Red Widow Murders, 1935)

Traduzione Giovanni Viganò

Polillo Editore, collana I bassotti 103, pagg. 323, euro 14,90