E' uscito da quache giorno L’alfabeto di Eden il nuovo librodi Nino Filastò (Hobby&Work, pp. 368, 18 euro).

Un thriller dove tutto ciò che avviene, scorre sul doppio binario: uno, in cui ogni spiegazione razionale è perfetta, l’altro, in cui ogni spiegazione irrazionale è perfettamente calzante. Forse la verità si nasconde in un computer, nella follia di un archeologo troppo suggestionabile. O forse è semplicemente “là fuori”...

Teso, incalzante, destabilizzante, con una suspense che cresce implacabile pagina dopo pagina, L’alfabeto di Eden è un thriller ai confini dell’horror di superba originalità d’intreccio e di magica tenuta narrativa.

Jorge Greck è un giornalista di nera in pensione. Ha deciso, il suo buen retiro sarà una sperduta isoletta al largo della Bretagna. Qui il sindaco gli chiede di occuparsi della sparizione di Davide Chefa, celebre archeologo italo-francese del quale non si hanno più notizie dal Capodanno del 2000. Annegato? Improbabile. Andato via? Non è convincente. Ucciso? Ma da chi, e perché? Suicidato? Non era il tipo. E poi, il corpo dove è sparito?

Trasferitosi nella casa dello scomparso, a picco sulla scogliera, accanto al faro, Greck rintraccia nel suo pc alcuni file a dir poco inquietanti in cui si allude a una spedizione archeologica nel Sahara conclusasi con un rito sanguinario: la violenza sessuale su una donna e il suo orrendo sacrificio. Il collega di Chefa, archeologo anch’esso, si scopre essere diventato pazzo dopo quella spedizione maledetta. Una spedizione che, come emerge dai file di Chefa, porta alla luce delle pietre che contengono messaggi criptati. Si tratta di pietre provenienti da tutto il mondo, che pare abbiano un potere arcano se illuminate in un certo modo. Sono pietre magiche, secondo lo scomparso Chefa, che propiziano visioni particolari…

Secondo il fiuto del giornalista Greck, Chefa era disturbato psichicamente. Tuttavia, non c’è più nessuna traccia dello scomparso sull’isola. Ed è su questo che decide di indagare. Sul passato di Chefa. Alcuni file nel computer lo aiutano. Scopre che Chefa e la sua famiglia, in Calabria, durante le Seconda Guerra Mondiale, sono stati sfollati e salvati da una donna misteriosa.

Greck scopre che “la fotocopia” di questa donna era comparsa di recente sull’isola della Bretagna e aveva avuto una relazione con Chefa. Scopre che i due erano stati raggiunti da uno eccentrico miliardario tedesco, piuttosto inquietante. Greck, spulciando nel PC, trova qualcosa di sconvolgente: Chefa l’archeologo, trascinato dal tedesco e dalla donna che ama, ha compiuto da poco una spedizione archeologica in un’altra isoletta della Bretagna. E che lì ha dovuto uccidere una persona, per volere dei due compagni di viaggio.

Dopo lo sconvolgente omicidio, la donna amata da Chefa lascia l’isola, con un avvertimento: ritornerà, ma nel frattempo Chefa dovrà vigilare.

Su chi? Su cosa? Nel computer Greck trova la verità: l’archeologo si descrive come un “guardiano” il cui compito è preservare l’isola dall’invasione di non meglio identificati perturbatori… Ma tutto ciò è solo follia, frutto di una mente psicotica suggestionata dalla bellezza enigmatica della Bretagna? Oppure dietro questo apparente delirio si nasconde qualcosa di vero, di reale, e di minacciosamente ostile?

Secondo la testimonianza lasciata dall’archeologo scomparso, la donna misteriosa ha spiegato che la razza umana è manipolata da entità aliene. Queste, divise tra chi vuole il bene del mondo e la sua progressiva distruzione, sono in lotta. Ci sono alieni sulla terra, buoni e cattivi. E ci sono esseri umani che, consapevolmente o meno, ne seguono le indicazioni. A quanto pare, la persona che Chefa ha dovuto uccidere nell’isola accanto era un seguace dei cattivi.

Certamente, ciò spiegherebbe tante cose. Ma Greck viene della cronaca nera, e non accetta questa visione allucinante che coinvolge le sorti del pianeta. Dopo aver incontrato, nell’ambito delle sue ricerche, una persona che ha vissuto e vive esperienze simili a Chefa (visioni, la conferma del potere occulto delle pietre, il timore per l’entità aliena…), Greck non riesce a capire: forse è un fenomeno di psicosi di massa… o forse qualcosa di vero c’è?

Fino a quando sull’isola, accompagnata da una serie di fenomeni apparentemente inspiegabili, viene organizzata una grande riunione di seguaci di una setta dal credo quanto mai ambiguo. Se Chefa non fosse un pazzo, Greck giurerebbe che sono seguaci del male. Ma Chefa è o era pazzo davvero? A questa domanda rispondono i settari, dando vita a una serie di riti e sacrifici umani sconvolgenti. Sono solo degli esaltati, pazzoidi, personaggi da nera o no?

Toccherà a Greck trovare il coraggio di risalire la pista fino in fondo, svelando l’allucinante segreto.

 

Nino Filastò

Nato nel 1938 a Firenze, dove vive e lavora, Nino Filastò è uno dei più celebri avvocati penalisti italiani. In questa veste si è occupato di molti processi di primissimo piano, tra i quali il caso Lavorini, la strage dell’Italicus e il “mostro di Firenze”. Come scrittore, è autore di numerosi romanzi tradotti in svariati Paesi europei, tra cui Francia e Germania (dove è popolarissimo, al punto da aver venduto più di 250.000 copie). Tra i suoi titoli più famosi, Tre giorni nella vita dell’avvocato Scalzi (Mondadori), Incubo di signora (Interno Giallo), Forza maggiore (Passigli) e Aringa rossa (Flaccovio). Nel 1986 ha vinto il Premio Tedeschi per il miglior giallo d’esordio. Nel 2001 è uscito il film Nella terra di nessuno, interpretato da Ben Gazzara e tratto da Tre giorni nella vita dell’avvocato Scalzi.