La notizia risale all’8 Novembre 2007 e a darla è uno dei maggiori quotidiani inglesi, il Daily Mail: Sir Arthur Conan Doyle tradiva la moglie. Nessuno scandalo se non si trattasse di lui, il creatore del più famoso e geniale detective della storia della letteratura mondiale: Sherlock Holmes, considerato ormai un’istituzione britannica. Doyle, medico, amante dello sport, paladino delle crociate sociali, corrispondente di guerra, storico militare, fu anche un acceso spiritualista. Ma tutto questo è noto agli amanti dello scrittore inglese e soprattutto ai fans di Sherlock Holmes.

Ciò che invece è meno noto è il suo menage familiare. Benché fosse considerato un pilastro della società Edoardiana (post-Vittoriana), Conan Doyle si innamorò scandalosamente di una donna molto più giovane di lui. Colei che di lì a poco diventerà la sua seconda moglie. Tutto ciò non sarebbe così grave per i canoni della pudica e bigotta società del tempo, se non fosse che la prima moglie del già notissimo scrittore (e quindi legato a vincoli etici verso i lettori, almeno così volevano le regole del tempo) era in procinto di lascare questa terra per passare a miglior vita.

Fino a quando il suo primo biografo, John Dickson Carr, rivelò al mondo che la giovane donna, già amica intima dei Doyle, in realtà era molto intima di Sir Arthur.

La domanda è: quanto intima? Lui fece sapere a tutti gli amici e conoscenti che fino a quando la prima moglie non lo aveva reso vedovo, lui aveva mantenuto la relazione platonica. Sarà vero?

Un nuovo, affascinante libro, Arthur Conan Doyle: A Life In Letters, a cura di Daniel Stashower, Jon Lellenberg e Charles Foley (HarperPress, £25) uscito da poco in Inghilterra, parrebbe confermare la virtù di Sir Arthur. A conferma di ciò ci sarebbero le confidenze di lui alla madre, Mary. Anche se il creatore di Holmes non ha tenuto conto dei dubbi rigurdanti la credibilità dell’anziana signora Doyle, che non era solo la confidente del figlio, ma anche la complice. Un vero giallo!

Arthur scriveva a sua madre Mary moltissime lettere (se ne contano più di 1000) fino alla morte di lei, ottantenne, avvenuta nel 1920. Lo scrittore avrebbe confidato alla mamma ogni singola sensazione e ogni minima azione da lui compiuta. La madre era da sempre a conoscenza delle sue fidanzate, dei suoi dilemmi, delle sue passioni non solo politiche e spirituali.

La madre tra l’altro lo aveva più volte aiutato quando lui, studente di medicina, non riusciva a sbarcare il lunario. La loro complicità andava al di là del semplice rapporto tra madre e figlio erano davvero amici. Ma Mary non era poi coì ricca, ed è grazie a questa sua indigenza che noi possiamo leggere le avventure del nostro caro Holmes: Arthr aveva cominciato a narrare del mitico detective per bisogno di soldi. Per farla breve, se non fosse stato per la mancanza di denaro, non avremmo mai letto di Sherlock Holmes e del suo fedele amico, il dottor Watson.

Ma torniamo al giallo delle mogli: la sua prima consorte, Louisa, ormai gravemente malata, avrebbe benedetto l’unione di Arthur con un’altra donna (la fonte è sempre una delle tante lettere alla madre di Doyle). Così lui si sentiva a posto. Era inoltre era riuscito ad avere un impiego fisso come medico a Portsmouth, dove tra le tante cose cominciò anche a frequentare delle sedute spiritiche, divenendone un fanatico assertore. Cosa presa molto male dalla madre, cattolica.

Ma quando la moglie si ammala, nonostante un viaggio in Svizzera per farla riprendere, comincia il triangolo amoroso con Jean Leckie, che sposerà a un anno esatto dalla morte di Louise.

Era il 1897, Doyle aveva 38 anni, e pare che si sia innamorato a prima vista di Jean Leckie, una bellezza britannica di 14 anni più giovane di lui. Ma Conan Doyle non lo disse subito alla madre, trasgredendo per la prima volta la sua abitudine. Chiaramente l’anziana donna ne fu dapprima costernata, ma poi, incoraggiò il suo ragazzo a riprender moglie dopo un periodo di lutto “sociale”, ovvero un anno dalla morte della prima signora Doyle.

Le sue lettere durante il viaggio di nozze, scritte da Constantinopoli e dalle isole Greche, sono tutto un miele: complimenti su complimenti verso la nuova signora Doyle, dalla quale avrà in seguito ben tre figli...

A noi il dubbio resta: ma i due erano d’accordo?