L’acqua sotto ai suoi piedi sembrava segnare il tempo. Non si rese conto di quanto ne fosse passato, quando una voce piccina lo scosse “Signore, signore, come ti chiami?”. Finalmente qualcuno che lo aveva visto, il cambio d’abito era stata indubbiamente una scelta geniale. “ Mi chiamo…” non seppe andare oltre, improvvisamente non ricordava più il suo nome, “Mi chiamo…” ripeté sforzandosi, ma il nome non usciva fuori.

“Signore, signore non stare così è pericoloso, lo ha detto mio papà”, “Ringrazia tuo padre per il consiglio. Dov’è adesso?  Vorrei conoscerlo...”, “Non c’è, a me lo ha detto ieri. Signore voltati però, è pericoloso”, iniziò a girarsi, non fu facile, le gambe si erano appesantite ed i muscoli stentavano a rispondere ai comandi del cervello. Fece uno sforzo enorme, però voleva voltarsi per guardare l’unico essere umano che infine lo aveva visto.

Riuscì a mettere le gambe dalla parte della strada ma, pur sentendone la voce non riuscì a vedere il bambino. “ E’ questo maledetto sole che, riflesso dall’acqua, abbagliandomi mi ha reso cieco”. Sentiva solo la vocina che lo chiamava “Signore…Signore…” poi più nulla.

Rimase così seduto sulla lastra di calcare della spalletta, per darsi sicurezza o farsi un po’ di compagnia, passò un braccio attorno ad un lampione. Lasciò scorrere la sera e poi la notte, poi il giorno dopo e quello ancora dopo. Nessuno lo vide e lui non vide nessuno. La forza che aveva ormai si era esaurita, stava con gli occhi chiusi, anzi serrati; la pelle, iniziando a squamarsi, aveva preso un colore grigiastro, anche i capelli se ne andavano uno ad uno. Il vestito, sbiaditi i colori, veniva sempre più ricoperto dagli escrementi degli uccelli, come quel grand’uomo di cui scorgeva il monumento nella piazzetta, del quale non ricordava più per cosa fosse morto o vissuto.

 

Rimase così, consumandosi lentamente, quasi evaporando fino a quando un refolo di vento lo colse portandolo più in là sopra il fiume per poi abbandonarlo, volubile, nell’abbraccio dell’acqua.

Dal ponte, un uomo vedendo un paio di calzoni rossi abbandonati alla corrente, sbottò “Buttano proprio di tutto in questo fiume. Che maleducati!” poi, riprese di controvoglia la strada di casa spingendo a mano una bicicletta. Il fresco della sera acquietava gli animi.

 

 

FINE