Agguato nell’invisibile di Herbert Brean, Mondadori 2010.

“Reynold Frame, giornalista free-lance, arriva a Wilder Lane, nel Vermont, per scrivere una serie di articoli sulla storia della cittadina all’epoca della Restaurazione. Per questo entra in contatto con la rispettata famiglia Wilder, vera e propria istituzione del luogo. Tutto sembrerebbe perfetto se non fosse che, a Wilders Lane, la gente svanisce nel nulla da decenni, da interi secoli”.

Ad essere precisi addirittura dal 1775. E la cosa misteriosa continua ancora. Constance Wilder sparisce e viene ritrovata morta stecchita con il cranio fracassato, sparisce pure zia Mary (addirittura mentre è in cucina) e insomma la cosa si fa complicata. Ad indagare il sergente Brainard (in seguito ne arriva un altro) che si serve della collaborazione di Frame. Spunti in qua e là: un ricamo con una strana poesia, un “interessante” stipo antico, un vecchio diario ritrovato. Gotico con passi nella notte e un “vago splendore” visto dalla finestra, la pioggia battente che arriva al momento giusto a portare un brivido, la pazza di turno e l’intramontabile passaggio segreto.

Con Frame che fuma la pipa, beve whisky o scotch che va bene lo stesso, si ubriaca e si innamora allo stesso tempo. E, non contento, pensa, rimugina, intuisce, scopre il colpevole e ci lotta pure. Soluzione finale che barcolla.

Ad ogni inizio di capitolo una citazione dai libri o racconti di A.C.Doyle. Prosa secca, veloce, ritratti un po’ superficiali, piuttosto anonimi. Sembra più la prova di romanzo che un romanzo già bell’e fatto.

 

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it