Tutto quel che fece, e che gli diede fama, notorietà e successo, conquistare record di velocità, acquistare linee aeree, fondare compagnie cinematografiche, realizzare film di cassetta ma capaci di scuotere l’opinione pubblica, frequentare il bel mondo dorato del jet set, corteggiare dive, apparire sui giornali scandalistici, ottenere i permessi per le rotte civili strappate alla Pan Am, tutto fu conseguito in nome di un unico progetto, il suo interesse primario, l’industria aeronautica. Per ottenere credibilità, fondi governativi, appoggio delle commissioni di collaudo, e contratti di appalto che sostenessero i costi per la progettazione e la realizzazione di nuovi aerei, egli aveva bisogno di attirare su di sé tutta l’attenzione possibile, e le sue attività collaterali in fondo servivano proprio a questo.

Ma ciò non gli impedì di realizzare nella storia del Cinema alcune pellicole epiche che ancora oggi fanno scuola e che sconvolsero i canoni tradizionali, contribuendo notevolmente a costruire il mito di Hollywood. Film come Hell’s Angel del 1930, famoso per le riprese acrobatiche e i combattimenti aerei, uno dei primi film ad essere realizzato in sonoro che vanta alcuni record tuttora imbattuti e che lanciò Jean Harlow, Scarface del 1932, noto per essere il primo film veramente “duro” sui gangster e la mafia, ambientato ai tempi del proibizionismo e di Al Capone, e che aprì di fatto la strada al Noir, e Il Mio Corpo Ti Scalderà del 1943, con la mitica Jane Russell, che lo fece incappare nelle ire della censura del codice Hayes per l’eccessiva sensualità delle inquadrature da lui personalmente progettate e volute.

 il totale controllo, dal 1948 al 1955, di una delle più importanti major ografiche di Hollywood, la RKO, che gli servì per ottenere notorietà e fondi per le sue iniziative aeronautiche.

Per non dipendere dalle compagnie che dovevano commissionare ed avvallare i suoi nuovi aerei decise alla fine di fondarne una egli stesso, dando vita alla Hughes Aircraft, inizialmente solo una fabbrica aeronautica, poi trasformatosi nella mitica compagnia aerea TWA, in lotta con la Pan Am per il controllo delle rotte civili americane. Un confronto senza esclusione di colpi che lo vide prima sconfitto e convocato ufficialmente per essere sottoposto a giudizio, e poi celebre vincitore, grazie alla sua capacità istrionica di trascinare dalla sua parte l’opinione pubblica, divenendo da allora l’incarnazione tipica del grande Sogno Americano. Un uomo solo contro tutti che affermava se stesso e la propria industria a dispetto di ogni pronostico e oltre tutte le difficoltà.

Nel 1934 vinse la Sportman’s Cup, volando con uno dei suoi biplani a una velocità superiore dei caccia iscritti in gara nella medesima categoria. Gli occhi del mondo erano su di lui, quando iniziò, nello stesso periodo, a lavorare alla progettazione di velivoli sempre più grandi e sempre più veloci, in un capannone del Grand Central Air Terminal, con la Hughes Aircraft, assieme a una schiera selezionatissima di diciotto tecnici, sotto la guida di Dick Palmer. Sapeva già che avrebbe scritto alcune delle migliori pagine della storia dell’aviazione.

Nel 1938 compì il periplo del globo polverizzando il precedente record ed ottenendo l’attenzione che gli serviva per assicurarsi i sovvenzionamenti governativi necessari alla progettazione dei nuovi aerei.

Magnetico, trascinatore, affascinante, pazzo e geniale al tempo stesso, nel corso della sua vita ebbe quattro incidenti aerei quasi mortali, tutti nel corso del collaudo dei mezzi da lui ideati, progettati e costruiti. Giunse a rischiare la sua stessa vita e la sua incolumità mentale per il raggiungimento del suo grande sogno. Si dice che gli incidenti aerei compromisero del tutto la sua integrità cerebrale a causa dei gravi impatti al lobo frontale. È corsa voce addirittura che alla fine la sua straordinaria equipe che lo assisteva e lo riparava dalle insidie del mondo esterno avesse addirittura preso l’assoluto controllo sulla sua vita segregandolo forzatamente, con la segreta speranza di essere citati nel lascito ereditario.

La verità è che quando Howard Hughes incontrava sulla sua strada uno specialista valente e di cui aveva bisogno non esitava a pagarlo anche quattro o cinque volte il miglior stipendio della categoria, pur di assicurarsene dedizione e servizio. La lealtà dei suoi uomini era a tutta prova e anche se ebbero l’onere di vivere a fianco di un personaggio problematico e difficile, ottennero in cambio l’indiscutibile onore di aver personalmente contribuito alla generazione di un mito e alla progettazione di alcune delle più redditizie attività imprenditoriali a memoria d’uomo.

Ridotto sul lastrico più di una volta a causa delle sue folli imprese, costretto spesso a intervenire con i suoi fondi personali pur di portare a compimento i progetti, fu ricompensato da un’eclatante successo.