I suoi film erano osannati dalla critica e sbancavano i botteghini, i suoi aerei sperimentali a dispetto di ogni previsione volavano e volano ancora oggi, le sue donne, pur odiandolo, ne parlavano come di una personalità irresistibile e travolgente. 

Un cavallo vincente dunque, un vero Self Made Man americano che incarnava perfettamente il sogno di una nazione, capace di risorgere più volte dalle sue stesse ceneri, in grado di recuperare terreno dopo ogni crisi della sua malattia che lo costringeva a lunghi periodi di inabilità e di isolamento forzato, alla sua morte lasciò gran parte del’ingente patrimonio alll fondazione medica Howard Hughes per la ricerca scientificia, consapevole com’era che, alla fine, l’unica cosa che non era riuscito a dominare era proprio il suo male.

Forse proprio per questo era letteralmente ossessionato dalla smania del successo, ma non tanto per il denaro che poteva dargli, visto che ne aveva già, né per la notorietà che poteva derivargliene, e che invece detestava, quanto piuttosto per contrastare in qualche modo una fine che sentiva vicina, nel tentativo di scrivere il suo nome a lettere d’oro negli annali della storia.

Ecco allora che costruì l’aereo più veloce, il più grande e il più potente, progettò il film più costoso, il più violento e il più scandaloso, amò le dive più famose, le donne più belle, le attrici più ribelli, cercando con il suo operato, come i più grandi protagonisti di tutti i tempi, di sconfiggere e superare la sua stessa morte.

Così come gli egiziani erigevano le piramidi a memoria della loro esistenza e del loro operato così Howard Hughes costruì dei sogni, inossidabili, concreti, tangibili e realizzati, ma pur sempre sogni.

Scrisse pagine di storia e lasciò di sé al mondo un’immagine conturbante ma definitiva. Un pazzo, un genio, un inventore, un grande pioniere con una futuristica visione del mondo, un affascinante esploratore delle possibilità umane, che seppe portare un passo più avanti l’affermazione di se stesso oltre le porte della memoria, generando un mito unico e ineguagliabile, lasciando di sè un’immagine scanzonata e impudente, ed ottenendo a pieno titolo un posto d’onore nell’Olimpo degli intoccabili.