Con all’interno, il racconto “Polvere” di Riccardo Carli Ballola, esce nei prossimi giorni nelle edicole il classico del giallo n. 1299 (euro 4,90) contenente il romanzo La buona morte di Jonathan Stagge. Al dottor Hugh Westlake si possono rimproverare molte colpe, come a qualsiasi medico. Certamente non quella di aver aiutato a morire alcuni malati terminali, come lui avrebbe invece affermato secondo un quotidiano locale. Westlake non solo è contrario all’eutanasia, ma è totalmente estraneo alla scioccante dichiarazione, pronunciata in realtà da un collega di nome Westbrook. Un banale equivoco, insomma, e tuttavia non privo di conseguenze. Ispirandosi all’erronea notizia, qualcuno comincia a dispensare la morte a pazienti senza speranza con dosi letali di morfina. Un’improvvisa vocazione a mettere fine all’inutile agonia del corpo quando il male ha ormai minato lo spirito? Un sussulto di misericordia per l’altrui sofferenza? No, questo assassino compassionevole ha semplicemente letto il giornale e ha deciso che il dottor Westlake è il perfetto capro espiatorio per un’atroce macchinazione.

Jonathan Stagge è uno degli pseudonimi adottati da Richard W. Webb (1901-1965)

e Hugh C. Wheeler (1912-1987), entrambi inglesi, poi naturalizzati cittadini americani. Il sodalizio letterario dei due giallisti operò dal 1936 al 1952, anche con gli pseudonimi di Q. Patrick e Patrick Quentin. Wheeler continuò poi da solo come Patrick Quentin fino al 1965. Il periodo d’oro della celebre coppia è caratterizzato da trame e finali ingegnosi e detective accattivanti.