Per trascorrere alcune ore in totale relax in questa calda estate possiamo leggere un nuovo romanzo di Michael Stanley dal titolo Morte apparente (The Second Death of Goodluck Tinubu, 2009) che ci presenta la seconda indagine di David Bengu, detto Kubu ("ippopotamo" in lingua Setswana), viceispettore capo della polizia del Botswana.

Un uomo di colore placido e sovrappeso con una sagacia fuori dal comune e una passione per la lirica, l'alcool e il buon cibo, che abbiamo avuto l’occasione di conoscerlo in un precedente romanzo dal titolo Il detective Kubu edito nel 2008 dalla Sonzogno.

Un insegnante di nome Goodluck Tinubu, proveniente dal Zimbabwe ma che per molti anni ha insegnato nel Botswana viene trovato assassinato nel Jackalberry Camp, una zona che si trova su una penisola isolata nel nord del Botswana e poco dopo anche un ospite del campo viene trovato ucciso a bastonate.

Per questo sconcertante duplice omicidio dalla capitale Gaborone viene inviato il detective 'Kubu' Bengu per dare un aiuto nelle indagini, e non appena arrivato succede che un altro ospite, Ismaele Zondo - lascia il campo improvvisamente la mattina dopo e scompare senza lasciare traccia.

Un successivo controllo, fatto con le impronte digitali, rivela che Tinubu è stato ucciso molto tempo prima nella guerra civile della ex  Rhodesia.

La zona dove sono avvenute queste uccisioni e scomparse si trova al confine con altre nazioni e tutto è possibile come traffico d’armi, di preziosi o droga e sarà un duro compito per David Bengu sbrogliare questa intricata matassa.

L’autore:

Michael Stanley è lo pseudonimo di una coppia di scrittori, Michael Sears e Stanley Trollip, entrambi nati a Johannesburg, in Sudafrica. Sears vive a Johannesburg e insegna alla University of Witwatersrand, Trollip si divide tra il Sudafrica e Minneapolis e ha insegnato alle università dell’Illinois, del Minnesota e del North Dakota.

Un brano:

“Da un punto imprecisato della laguna provenne una serie di grugniti di ippopotami. Seguì uno schianto fragoroso, e un albero cadde per essere più a portata di proboscide. Il bush di notte era un tripudio di rumori. ‘Lui è molto intelligente. Non sarà facile batterlo’, disse McGlashan.

Kubu preparò una polpetta di pappa con le dita, intingendola nella salsa di pomodoro. ‘Vede, Signorina, ogni criminale crede di essere più in gamba della polizia e non considera mai la possibilità di essere preso. Peggio ancora, crede di essere più furbo degli altri criminali. Così, sfida contemporaneamente la polizia e i suoi colleghi. Ed è sempre lì che ci sono io.’”

la quarta:

Il Jackalberry Camp è una lingua di terra tra paludi popolate di coccodrilli e uccelli rari, un paradiso per i turisti che vogliono immergersi nel la grandiosa natura africana. Ma quando due ospiti vengono trovati morti, barbaramente uccisi, e un terzo scompare senza lasciare tracce, è al viceispettore capo della polizia del Botswana David Bengu – detto Kubu (ippopotamo) per la sua mole – che spetta il compito di trovare una soluzione all’enigma: prima che altri ospiti facciano la stessa fine. Siamo al confine con Zimbabwe, Zambia e Namibia, dove il traffico di armi, droga, pietre preziose si intreccia alla storia insanguinata dell’ex Rhodesia, tra seguaci e oppositori prima di Ian Smith e del razzismo bianco, e poi del regime corrotto e feroce di Mugabe. Sono molti i possibili moventi del delitto, molti i sospettati, e tutti, al Jackalberry Camp, hanno qualcosa da nascondere.

Michael Stanley, Morte apparente (The Second Death of Goodluck Tinubu, 2009).

Traduzione Massimo Gardella, Rizzoli, collana Rizzoli HD, pagg. 431, euro 16,00

ISBN 978-88-17-04180-5