Arriva nelle librerie un secondo titolo della collana Max recentemente creata dalla Rizzoli.

Questa volta è il turno di un nome veramente prestigioso nella narrativa gialla, quello di Sherlock Holmes.

Infatti si tratta del romanzo L’uomo che odiava Sherlock Holmes (The Sherlockian, 2010) dello scrittore americano Graham Moore considerato uno dei maggiori esperti dell’opera di Sir Arthur Conan Doyle.

Sappiamo che nel dicembre del 1893 Arthur Conan Doyle “uccise” Sherlock Holmes che a quel tempo era l’eroe preferito di tutti gli inglesi, molti presero a sfoggiare il lutto e a migliaia si scagliarono contro l’autore di tale “delitto”.

Poi nel 1901 senza dare spiegazioni Conan Doyle fece risorgere il grande investigatore. Negli anni intercorsi tra la morte e la “resurrezione” di Sherlock Holmes si sa che l’autore tenne dei diari ma uno dei diari, proprio quello del periodo incriminato, scomparve e non fu più ritrovato.

Nel romanzo c’è poi un salto temporale e si arriva ai giorni nostri e qui nella annuale cena degli Irregolari di Baker Street, lo studioso Alex Cale annuncia di essere in possesso del diario scomparso di Conan Doyle e che ne avrebbe dato lettura il giorno dopo. Ma il mattino successivo Cale viene trovato ucciso nella sua camera d’albergo e sulla parete campeggia la parola “Elementare”.

Evidentemente qualcuno è disposto anche a uccidere per quel diario.

Un pronipote di Doyle assume allora Harold White affinchè rintracci il diario nuovamente scomparso e scopra chi è stato l’assassino.

Sarà una indagine che si svolgerà nella New York di oggi e nella Londra di fine ottocento e quest’ultima indagine, su una serie di efferrati omicidi, viene condotta proprio da Conan Doyle aiutato dal suo amico Bram Stoker.

L’autore: 

Graham Moore è uno dei maggior i esperti mondiali dell’opera di Conan Doyle. È laureato in Storia delle religioni alla Columbia University e vive a Los Angeles.

la “quarta”: 

Quando la polizia trova il cadavere di Alex Cale strangolato nel la sua camera al l’Algonquin Hotel di New York, sulla parete campeggia una sola parola, scrit ta con il sangue: “Elementare”. Non ci vuol molto a capire che l’omicidio è un puzzle che solo un raffinato conoscitore di Sherlock Holmes può sperare di ricostruire. Il giovane Harold White non è un detective professionista, però ha fiuto da vendere ed è un vero cultore dei libri di Sir Conan Doyle. Come gli altri membri della sua associazione, era all’Algonquin per la conferenza nella quale Cale si preparava ad annunciare il ritrovamento dei diari del grande scrittore. Solo i diari possono fornire risposta all’interrogativo che assilla i fan da oltre un secolo: cosa è accaduto nella vita di Doyle tra il 1893 e il 1901, tra il momento in cui decise di “uccidere” Sherlock Holmes e quello in cui, a sorpresa, lo restituì ai suoi lettori nel Mastino dei Baskerville? Possibile che qualcuno sia disposto a tutto, anche a uccidere, pur di scoprirlo? Ingaggiato dal pronipote del celebre autore per svelare la verità e ritrovare i diari, Harold White si addentra nel dedalo di un’indagine che si snoda tra la New York di oggi e la Londra di fine Ottocento. Per scoprire che anche Doyle, all’epoca, si era trasformato in detective, e insieme all’amico Bram Stoker, autore di Dracula, aveva tentato di fare luce su una serie di efferati omicidi. Con L’uomo che odiava Sherlock Holmes Graham Moore ci regala un romanzo avvincente e pieno di atmosfera, che svela l’ultimo, il più sconvolgente mistero di Sherlock Holmes.

Graham Moore, L’uomo che odiava Sherlock Holmes (The Sherlockian, 2010)

Traduzione Roberta Zuppet

Rizzoli, collana Rizzoli Max, pagg. 354, euro 8,80