Acqua buia di Joe R. Lansdale, Einaudi 2012.

Texas, anni Trenta. Vita dura soprattutto per Sue Ellen di sedici anni, padre ubriacone violento e madre remissiva con laudano a tenerle compagnia. Ritrova una sua amica, May Linn, annegata nel fiume Sabine con i piedi legati ad una macchina Singer da cucire, che sognava di diventare una stella di Hollywood. Sue decide con i suoi amici Terry, sospettato di essere omosessuale, e Jinx, una ragazza nera, di bruciare il corpo dell’amica e portare le sue ceneri alla Mecca del cinema come gesto di amicizia. Nel diario di May una mappa per raggiungere un “tesoro”, i soldi rubati dal fratello. Fatto questo basta prendere una chiatta e via lungo il fiume come in un noto romanzo di avventura.

D’altra parte “Nessuno di noi era felice nel Texas orientale. Volevamo tutti filarcela, ma sembravamo bloccati come alberi dalle radici profonde” (Sue). Fuga a cui si unisce la madre per riprendere in mano la sua vita, inseguiti dallo zio Gene e dall’agente Sy Higginns che hanno saputo del bottino. Occhio pure a Skunk, personaggio di fantasia popolare che non parla mai, “lo sentono soltanto le persone che sta per ammazzare”, e nello stesso tempo reale: cappello a bombetta, “capelli di fuori tutti aggrovigliati e pieni di aghi di pino, foglie, terra e quant’altro”, scarpe enormi, mozza le mani e lascia inciso in fronte al malcapitato il disegno di un animale.

Viaggio lungo, faticoso, irto di pericoli: la tempesta, i lampi, la pioggia, il gorgo, lo scontro con Skunk, l’incontro con un predicatore che racchiude un segreto tremendo, quello con la vecchia con la pistola e con un gruppo di emigranti. Discussioni sulla religione, su Dio, il desiderio innato di compagnia “Tutti hanno bisogno di qualcuno che ci aiuti”, “Tutti devono avere qualcuno”.

In questo contesto la risoluzione dell’assassinio conta fino ad un certo punto, anzi per niente, che tutta l’attenzione è puntata sulla fuga, sul “viaggio” pericoloso, praticamente una metafora della vita.

Quello che colpisce, che mi ha colpito, è la forza delle donne che ce la fanno a venir via da mariti violenti, o addirittura li fanno fuori se cercano di fare i furbi con le altre, o abbandonano una vita di merda (madre di Jinx); la forza delle ragazzine che non accettano un destino segnato, la forza delle madri che lasciano andare via le figlie per un futuro migliore (vedi la mamma di Jinx). Gli uomini a fare la figura dei porci vigliacchi, snaturati anche nel fisico obbrobrioso (pance gonfie, pochi denti, uno pure senza un occhio).

Il tutto evidenziato da una scrittura forte, veloce, trascinante, ricca di metafore sorprendenti per la loro efficacia, capace di rappresentare il pensiero degli adolescenti, i loro dubbi, le loro speranze insieme al sogno americano del successo. Una scrittura che non perde colpi o gira a vuoto come talvolta succede nelle opere di Lansdale.

Un moderno libro di avventura che conquista e fa riflettere. Quello che conta è il coraggio, uscire fuori dal proprio angolo e combattere in campo aperto contro tutte le avversità della vita.

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it