La donna dei fiori di carta di Donato Carrisi, Longanesi 2012.

Dopo “Il suggeritore” e Il tribunale delle anime” ecco un libretto leggero che racchiude in sé il gusto di narrare.

Monte Fumo, “un’immensa cattedrale di ghiaccio”, 14 aprile 1916. Jacob Reuman, medico di guerra austriaco, trentadue anni, lasciato dalla moglie, deve conoscere l’identità di un soldato italiano catturato, altrimenti c’è la fucilazione. Identità che verrà svelata dall’italiano solo dopo la risposta alle tre domande: “Chi è Guzman? Chi sono io? Chi era l’uomo che fumava sul Titanic?”. Occorre ascoltare una storia.

Guzman è l’eterno fumatore, l’eroe dell’ozio, possiede il dono della parola, con i suoi racconti riesce ad incantare gli altri e a sopravvivere, egli “è il fumo che condisce le storie”.  Si innamora, deve fare un lungo viaggio verso le montagne che cantano per capire questo sentimento. I fiori di carta, indicati nel titolo, sono le pagine di un libro con poesie di quella che sarà la sua moglie.

Storia di guerra e dei suoi orrori, storia d’amore e di fuga, chi lascia e chi viene lasciato, storie che si innestano su altre storie (vedi quelle di Rabes, Dardamel e Davì) e che prendono sembianze di fiabe misteriose in paesi lontani, dove c’è sempre da superare qualche ostacolo per conquistare il cuore dell’amata.

Una lettura leggera, gradevole, pure un po’ spiazzante che ci porta a riflettere su quale importanza abbia la magia della parola, l’ascolto, il racconto circondato da sinuose volute di fumo.

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