Philo Vance e il delitto al castello di S.S.Van Dine, Gremese editore 2012.

Se non è la villa ad attirare riunioni di persone fra le quali ci scappa il morto ammazzato, o anche una piccola casa circondata da metri di neve, (un classico del mystery), c’è il castello a farne le veci. Non ci sono problemi.

Come nel caso del castello di Winewood nel Berkshire, proprietà del milionario Carrington Rexon preoccupato per i suoi smeraldi. Infatti è gremito di ospiti per festeggiare il fidanzamento di suo figlio con “la nobile e affascinante Carlotta Naesmith”. Occorre, dunque, un esperto come Philo Vance per tenere a bada eventuali furfanti tra i quali ce n’è uno che non gli piace per niente. Ed ecco che il Nostro, convinto dal procuratore distrettuale Markam, si appresta a vivere anche questa avventura, dato che la sua “indole caritatevole e altruistica” lo spinge ad occuparsi di certi problemi. Insomma curiosità innata per le faccende intriganti.

La prima osservazione di Vance, mentre fuma una delle sue instancabili sigarette Regie, è che si tratti di “una strana e caotica compagnia” quella stabilitasi al castello. C’è qualcosa che non va nell’aria. Come prima tragedia, uno dei custodi, Lief Wallen, viene trovato morto stecchito per una caduta sopra le rocce. Sembra un incidente ma una ferita dietro l’orecchio fa capire che proprio di un incidente non si tratta. Qualcuno l’ha ucciso in altro luogo e poi trasportato lì (pensa Vance). Ad indagare il tenente O’ Leary “un tipo alto, svelto, capace, di molto superiore ai funzionari di provincia”. I primi dubbi, i primi sospetti, il processo che si chiude, però, con una sentenza di caduta accidentale.

Arrivano altri colpi di scena, il padrone del castello colpito al capo e svenuto, la scomparsa degli smeraldi tra cui la collana della regina Istar, un pezzo unico, un nuovo morto ammazzato, il capo di una organizzazione internazionale di ladri che si cela tra gli invitati.

E allora Vance con le sue ininterrotte boccate di fumo, le sue deduzioni tratte da osservazioni e frasi rimaste nella memoria è lì pronto, come al solito, a risolvere il puzzle assassino. Una lettura gradevole che ci riconcilia con la parola.