La storica collana Il Giallo Mondadori con il numero 3091 - in edicola in questi giorni - colma una falla nella bibliografia di un’autrice molto curata e molto cara ai suoi lettori: la statunitense Mignon G. Eberhart.

Ecco dunque l’inedito Prigioniera delle ombre (Fair Warning, 1936).

      

Dalla quarta di copertina:

“Trova Graham...” Sono le ultime parole di Ivan Godden prima di morire accoltellato nella biblioteca della sua lussuosa villa. A raccoglierle dalle sue labbra è la moglie Marcia, ragazza di umili origini condannata a vivere con un uomo ricco e crudele e ora accusata dalle circostanze, perché avrebbe avuto il movente e l’occasione per uccidere il marito. E quando un’altra vittima si aggiungerà alla macabra conta, i sospetti si orienteranno decisamente su di lei. Nonostante l’appoggio di Graham Blakie, il medico di famiglia, certo non l’aiuta il legame sentimentale che la unisce a un vicino di casa. Tutto lascia pensare che, da sola o in combutta con lo spasimante segreto, abbia voluto liberarsi di ogni ostacolo tra sé e un’agiata libertà. Eppure Marcia è innocente, ma chi mai le crederà?

         

Ecco un estratto:

La biblioteca, più degli altri locali, era la stanza di Ivan, perché tutto quanto conteneva glielo ricordava. Perfino le vetrine che coprivano gli scaffali e riflettevano misteriosamente ogni luce e ogni movimento di quell’austero locale sembravano quasi, pur in assenza di Ivan, rinviare un’immagine del suo bel viso pallido e dei due lievi solchi che gli segnavano gli angoli della bocca. Tuttavia, nell’insieme, si trattava di una stanza cupa e lugubre, con le pareti color bruno scuro, come i pesanti tappeti, il soffitto alto, le finestre lunghe e strette, dai tendaggi in pizzo e velluto dello stesso colore. Dall’alto, in un angolo, un busto bianco di Cesare (ma era davvero lui?) contemplava con occhi vuoti tutto quanto c’era al di sotto. In quella mattina semibuia, anche le poltrone di cuoio imbottite riflettevano piccoli e tetri sprazzi di luce, come le superfici lucidissime del massiccio scrittoio in mogano e dei tavoli. Quello era lo scrittoio di Ivan, e a lui piaceva starci seduto, e accarezzare con le bellissime dita pallide il suo fermacarte preferito, in vetro verde.

       

Mignon G. Eberhart è nata a Lincoln, nel Nebraska, nel 1899 ed è scomparsa nel 1996. Nel 1929 ha scritto il suo primo giallo, La stanza n. 18, la cui protagonista, Sarah Keate, sarà l’eroina di una lunghissima serie. Ha vinto lo Scotland Yard Prize nel 1931 e il Grand Master nel 1971.

   

Prigioniera delle ombre di Mignon G. Eberhart (Il Giallo Mondadori n. 3091), 224 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Grazia Maria Griffini