Là dove danzano i morti di Tony Hillerman, Mondadori 2013.

“Ernesto e George sono amici per la pelle, uno appartiene alla tribù degli Zuni e l’altro è un Navajo. Ora il primo è scomparso lasciandosi dietro una pozza di sangue: probabilmente è fuggito dopo aver commesso il delitto. Trovare il cadavere e dare la caccia al sospettato è compito di Joe Leaphorn, tenente della polizia tribale Navajo”.

E questo Leaphorn appartiene ai Dinee Teadii, il clan della gente che parla lentamente, una vita in rapporto stretto con il nonno dal quale ha appreso e fatto proprio il concetto che il solo fine dell’uomo è la bellezza e la bellezza è nell’armonia. Ora il suo compito è quello di prendere George che sembra sia scappato per paura della kachina (spiriti ancestrali Zuni) per avere commesso qualche errore.

Altro personaggio importante Ted Isaacs che lavora a certi scavi sotto la direzione del dott. Reynolds con lo scopo di dimostrare una nuova teoria sull’uomo di Folsom. Aggiungo un furto di reperti (ma pare, addirittura, che non ci sia stato), l’intervento dell’FBI e dell’antidroga, la storia di Susanne innamorata di Ted, l’apparizione dell’uomo uccello con la maschera che porta la morte, un viaggio nella cultura navajo e Zuni con le loro credenze e i loro riti, gli spazi immensi, l’assassino che uccide e sembra seguire chi intende catturarlo. Un senso di brivido e mistero, di soprannaturale, che aleggia lungo tutta la storia.

Per I racconti del giallo c’è  Tac di Miller Gorini.

Un serial killer che lavora metodico.  Per una volta, però, il rito si è spezzato. C’è stato qualcosa di diverso. Ma per Livia Corbara, figlia di un carabiniere famoso morto sotto copertura, l’assassino è lo stesso. Il modus operandi è quello. Nella quarta vittima qualcosa che lo inquadra. Livia è tesa, agitata, si sente una bastarda illegittima nell’arma dei carabinieri. Ma stasera ha un appuntamento importante con Caterina. In prima e in terza. Racconto veloce e tagliente come un colpo di tacco. Tac, tac.