La congiura di Praga di Massimo Pietroselli, Newton Compton 2013.

Si ritrovano qui due bei personaggi già conosciuti in La profezia infernale: Leonia, cacciatrice di rarità per Rodolfo, imperatore del sacro romano impero, e Grifo, che ha il dono di “disegnare in ogni minimo dettaglio” qualunque cosa abbia visto anche per una sola volta. Ora (siamo nel 1604 in Boemia) entrambi sono sulle tracce, senza sapere l’uno dell’altro (ma vedrai che si incontreranno), del dottor Fasstolf che sembra abbia il potere di dare vita a creature mostruose.

Si interseca in questa vicenda un quadro del pittore misconosciuto Alessandro Verzeni (anche un suo libretto) che rappresenta la Custode (la morte) e che interessa a diverse persone fra cui lo stesso Fasstolf, il segreto custodito nelle mura dell’ipogeo della contessa Zenobia (“coacervo di simboli ermetici”) e la congiura contro Rodolfo II organizzata dalla stessa Zenobia insieme al ciambellano Lang e al comandante Aleko, marito di Leonia (ora in duro scontro con lui). Non manca in prima persona al presente il racconto di Musodicane, storpiato dal terribile dottore, a cui ha chiesto aiuto Leonia.

Per non farla troppo lunga tutto si risolve la notte di Valpurga (il 30 aprile durante la quale il popolo crede che si scateni il mondo degli spettri) tra oscuri misteri, numeri, cabale, follia, inganni e tradimenti, leggenda e realtà, storia vera documentata, dubbio, assillo, movimento, grottesco e paura a costituire un fascinoso racconto nella Praga del ‘600. Reso vivo e credibile da una scrittura ora evocativa, ora tenera, ora cruda e impietosa che trapassa i corpi e scivola negli animi creando personaggi (anche i minori) belli nella loro complessa struttura. Il solito Pietroselli.