La crociera della violenza di Frances e Richard Lockridge, Mondadori 2015.

“Vacanze movimentate in vista per Jerry e Pamela North, imbarcati su un piroscafo diretto verso Cuba e le Bahamas per una crociera in compagnia di amici. Qualche avvisaglia emerge dalla bizzarra presenza a bordo di soldati appartenenti a un antico ordine militare, armati di spade e fucili: armi da cerimonia, certo; autentiche, tuttavia. Una vaga inquietudine comincia a serpeggiare quando una delle spade viene sottratta alla dotazione del corpo”. Sulla “Carib Queen” c’è anche, tra gli altri, un certo J. Orville Marsh, “alto e virilmente bello”, un investigatore privato specializzato nel ritrovamento di persone scomparse. Quando la signora Brown bussa, più tardi, alla sua cabina ecco che viene ritrovata la spada conficcata proprio nel corpo del suddetto Marsh.

Incomincia un caso difficile da sbrogliare. Indagano William Weigand (Bill), capitano della squadra omicidi di New York, e i nostri due sposini. Non mancano i momenti di pericolo: qualcuno, probabilmente l’assassino, che colpisce con lo sfollagente, butta all’aria un paio di cabine, aggredisce Pam e un altro personaggio, si mette a spiare. La scena, poi, si sposta all’Avana con inseguimenti, balli, puntate alla roulette, e finale con grido acuto che serpeggia nell’aria.

Ipotesi, dubbi, momenti di tensione e perfino una punta di ironia sulla notizia dell’assassinio che si trasforma inevitabilmente di bocca in bocca.