I mille volti del giallo di AA.VV., a cura di George Pelecanos e Otto Penzler, Newton Compton 2015.

Setacciati centinaia di racconti americani dell’ultimo anno da Otto Penzler per arrivare a cinquanta candidati di ottima qualità. Poi ecco George Pelecanos che ne tira fuori venti. I migliori in assoluto proposti in questa straordinaria antologia. Basterebbe solo qualche nome per renderla appetibile: Michael Connolly, Joyce Carol Oates, Lee Burke, Elizabeth Strout che campeggiano in copertina. E gli altri, credetemi, non sono da meno.

Spilucco in qua e là. Alcolizzata e tossicodipendente, opera dell’uragano Katrina dal quale si è salvata ma che ha distrutto la sua famiglia. Chi la fa l’aspetti e il poliziotto, che è pure l’assassino, si becca la stessa fine del morto. “Come rimanere incastrato” potrebbe essere il titolo perfetto al posto di un altro scelto dall’autore. Una sedicente associazione di individui che attirano l’allocco per far ricadere su di lui la colpa di un furto.

Si può andare in Tunisia a visitare le rovine di Cartagine, facendo finta di essere un ricercatore universitario che sta lavorando a un articolo su Flaubert e sul periodo da lui trascorso proprio tra queste rovine, dove era nato il suo romanzo storico “Salammbô”. In realtà siamo un ex agente dell’FBI pronti a metterci a contatto con un tizio per avere certe informazioni. Solo che, tra gli aspetti meravigliosi della città e qualche bellezza femminile, rimaniamo fregati.

C’è, tra gli autori, chi cerca di “esplorare una coscienza alterata dalla malattia…, di giocare con la struttura e i punti di vista…, di dare voce e dignità ad un certo tipo di personaggio”. E così nasce una storia con un prete che si ritrova a dover accudire la propria mamma ridotta ad un vegetale (le sta facendo il bagno), e intanto scorre tutta la storia familiare attraverso i ricordi fino al presente.  

Spesso sono proprio i ricordi di infanzia a costituire il centro dell’attenzione e il motore dell’azione, come quelli di una colonia estiva dove scorre una “brutalità quasi naturale e in un certo senso rituale dei bambini”. Con un racconto ci si può vendicare di quello che è successo nella realtà, dove un cazzone di elettricista frega la bischera di turno spillandole dei soldi attraverso un sacco di bugie. Nella realtà. Ma qui le cose cambiano e la bischera di turno potrà vendicarsi. Due sorelle, una non sposata che accudisce il padre cieco ex omicida. Il loro rapporto sempre più difficile, la voglia di ucciderlo…

Possiamo andare pure in Guatemala insieme a Ryan per incontrare, dopo otto anni,  il vecchio amico Jim, fattosi prete in un paese scosso dalle ribellioni e dalla guerra civile. Jim distribuiva medicine, insegnava ai poveri a leggere e scrivere, li istruiva nel culto cattolico, incoraggiava idee di sinistra. Ora è morto ucciso e Ryan si ritrova desolatamente solo. Conosciamo il mondo ingannatore e violento di Leo (Skig) Skorzeny che cercano di incastrare in un omicidio, insieme alla sua parrucchiera, ma con le “buone maniere” si risolve tutto (citato Sherlock Holmes).

Se si vogliono osservare delle morti atroci nei loro disgustosi particolari basta seguire un fotografo-paparazzo della Whichita del dopoguerra. Tanto per portare qualche esempio: una suocera ottantaseienne presa a badilate dalla nuora; un cadavere fatto a pezzi in una vasca; un tizio giù per la tromba di un ascensore con le mani legate dietro la schiena; una impiccagione dentro ad un armadio e così via (buon divertimento!). Non manca il mondo luccicante dei ricconi di Wall Street che divora i suoi figli. Inganni e tradimenti a non finire, le paure che assillano di notte. E, proprio quando si è fatto fuori l’avversario di turno (Scacco matto, figlio di puttana), ecco che bisogna tenere gli occhi bene aperti, soprattutto su quelli con i quali abbiamo vinto.

Moglie e marito tenuti in ostaggio in un bagno dell’ospedale, la sindrome di Stoccolma e qualche parola di troppo fra i due che incrina il loro rapporto. Vendetta. Fatti fuori cinque uomini, il carcere, la liberazione, poi “Lei” “tutta curve e tutta vita”. Uno schianto. Tormentata dalla polizia e da qualcuno che la vuole uccidere, ma lui, invece, cerca di salvarla con un piano preciso. Mentre l’uragano infuria, ora sa che è libera. “Morì una morte finta e così avrà da vivere una vita vera”. Ah, l’amore!

E, insomma, grande qualità stilistica, personaggi e figure minori impeccabili, il ribaltamento delle aspettative, sogno e realtà cruda che si affastellano, il mistero e l’intorcinamento dell’animo umano  dove si annida il bene e il male dell’uomo, tocchi splendidi di città e paesaggi.

Bestiale!