Il primo film dell’ampia saga di Amityville uscì nel 1979: si trattava di Amityville Horror del regista Stuart Rosenberg, che creò così la prima casa maledetta del cinema horror.
Questo non significa che prima del 1979 gli amanti del genere non avessero ancora conosciuto qualche casa infestata: palazzi o casolari inquietanti, teatro di orribili omicidi o morti misteriose, erano già presenti nel cinema horror. Tuttavia va tenuto presente che di solito le case in questione non erano il fulcro della vicenda (e ovviamente non erano dotate di una propria volontà malvagia): erano semplicemente il luogo in cui si svolgevano determinati delitti.
Alcuni di questi edifici sono infine diventati il simbolo di film “storici” quali Profondo Rosso di Dario Argento, uscito nel 1975 (indimenticabili le scene girate all’interno di Villa Scott, in corso Lanza 57 a Torino) o La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati (1976), dove il titolo stesso mette in rilievo fin da subito l’inquietante casolare con ambigue bocche sorridenti disegnate sulla facciata. Ci sono poi molti casi in cui il termine “casa” appare nel titolo del film, sebbene l’abitazione non giochi che un ruolo marginale all’interno della trama. Per citare un esempio famoso, non si può dimenticare L’ultima casa a sinistra di Wes Craven.
Quella di Amityville Horror divenne la casa infestata per antonomasia, un ente dotato di una sua forza segreta e malefica, il fulcro di tutte le tragedie. Sebbene Amityville Horror sia stato talvolta accusato di presentare una trama prevedibile, se non banale, per di più priva di picchi orrorifici di particolare rilevanza, il film ebbe comunque grande seguito e diede il via a una lunga serie di episodi fra sequel e remake. Nel 2017 uscirà il prossimo episodio, il diciassettesimo capitolo della saga, con il titolo Amityville: The Awakening.
Al film di Rosenberg va inoltre riconosciuto il merito di aver stabilito il topos della casa maledetta costruita su un cimitero indiano, elemento ripreso da molti altri registi, fra i quali Stanley Kubrick nell’indimenticabile Shining del 1980. Secondo i critici l’influenza di Amityville Horror nella creazione di Shining sarebbe innegabile, nonostante il fatto che il film di Rosenberg non possa assolutamente aspirare ai grandi risultati artistici raggiunti da Kubrick.
Si potrebbe dire che la parte più inquietante di Amityville Horror sia proprio quella che il film non rivela: non c’è nulla di più spaventoso delle tragedie reali e Rosenberg prese spunto proprio da una storia vera. Infatti, la casa in Ocean Avenue 112 era nota già prima che Rosenberg decidesse di dedicarvi un film: tutto iniziò il 13 novembre 1974, quando il giovane Ronald De Feo, che all’epoca abitava la casa “maledetta” insieme al resto della famiglia, sterminò i genitori e i quattro fratellini a colpi di fucile. L’anno seguente fu il turno dei nuovi proprietari della casa, la famiglia Lutz, che dopo soli 28 giorni all’interno della casa si diede alla fuga. I Lutz affermarono di aver assistito a eventi inspiegabili e fenomeni paranormali, attirando l’attenzione di giornalisti e ricercatori di tutto il mondo.
Fra i tanti che si dedicarono al caso Lutz fu soprattutto l’autore Jay Anson, con il suo libro Orrore ad Amityville, a rendere famosa la cittadina. Anson si concentrò sulle vicende della famiglia Lutz, eccedendo nella descrizione degli eventi paranormali e creando così il modello su cui Rosenberg si sarebbe basato per il suo film.
Anson e gli stessi Lutz dovettero in seguito confrontarsi con un esercito di studiosi scettici, il più agguerrito dei quali fu il celebre scrittore, nonché vampirologo e investigatore del paranormale, Stephen Kaplan. Questi accusò Anson di aver inventato i fenomeni paranormali descritti dal suo libro e i Lutz di aver dato vita a una grande truffa solo per attirare l’attenzione dei mass media. La disputa andò avanti per anni.
Nel 1995 Kaplan scrisse il libro La cospirazione di Amityville Horror, all’interno del quale insisteva ancora sulla falsità dei fenomeni paranormali descritti da Anson. Una settimana prima che il libro fosse pubblicato, morì per un attacco di cuore. La stampa non poté fare a meno di evidenziare la triste coincidenza e ancora oggi c’è chi dice che la maledizione di Amityville abbia infine colpito lo scettico scrittore.
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