Investigatori col monocolo di Freeman Wills Croft, J.J.Connington, R.Austin Freeman, Mondadori 2019.

Il silenzio delle ombre di Freeman Wills Crofts

Il romanzo potrebbe intitolarsi benissimo “ Sparizioni”. Il primo a dileguarsi nell’aria è il dottor Earle in un  piccolo villaggio del Surrey. Stava seduto in poltrona “e tre minuti dopo era scomparso senza un suono, senza essere visto, senza lasciare traccia, senza il benché minimo motivo. Svanito dalla faccia della terra.” La seconda un’infermiera che era stata sorpresa, addirittura, insieme al dottore. In seguito ne sparirà anche un’altra. Così, come per miracolo.

Bella gatta da pelare per l’ispettore French, “di bassa statura, intelligente e piacevole” in stretta collaborazione con il sovrintendente Sheaf. Prima domanda che sorge spontanea “Una fuga d’amore tra il dottore e l’infermiera, dato che anche la moglie se la intendeva con un bel giovanotto?”. Seconda domanda “Un assassinio?”. Potrebbe essere questo o quello ma allora perché non si ritrovano i corpi?. Roba da far andare in pezzi il cervello. Ma l’ispettore è un duro (sua massima “Occupati sempre dei contro, perché i pro sanno badare a se stessi”), infaticabile di notte e di giorno, a piedi, in bicicletta, in macchina, scruta, osserva, prende appunti, esamina e riesamina, ricomincia da capo. Da tenere presente la cattiva salute del dottore, il suo testamento e un libro importante da lui scritto. Classica soluzione finale precisa, puntuale, rigorosa, con allegati orari e cartina.

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Il cratere del diavolo di J.J.Connington

Ambledown nella campagna inglese del 1942. In piena guerra. Scoperto, lì vicino, un tesoro vichingo da un archeologo durante uno scavo. Tesoro maledetto secondo  l’ubriacone del luogo e una antica maledizione per cui “chi dovesse ritrovarlo andrà incontro a morte sicura”. Detto fatto, l’archeologo muore durante un bombardamento, anche se probabilmente è stato ucciso prima con un colpo in testa per rubare parte del tesoro dello scavo. Il capo della polizia sir Clinton al lavoro insieme all’amico Wendover (entrambi giocano a scacchi) e all’ispettore Camlet. Ed ecco delle strane morti di girini e di conigli simili a quella dell’ubriacone trovato riverso per strada. Senza alcuna spiegazione plausibile per il dottore Allardyce. Forse tutto si spiega, invece, con qualche “arcano rito magico” da parte di un chiaroveggente di origini africane. Meglio controllare.

Intanto fioccano le domande: morti per avvelenamento?, che tipo di avvelenamento?, chi ci guadagna da queste morti?, che cosa ci guadagna?, sono collegate fra di loro?, è possibile che ci sia di mezzo il dottore stesso? o sono causa del chiaroveggente che “incanta” con i suoi trucchi?. Una ricerca lunga, difficile, per sfatare certe sciocche credenze e andare al sodo sfruttando a fondo le conoscenze mediche e scientifiche del tempo (riguardo, soprattutto, a determinate sostanze tossiche e velenose). Finale drammatico vissuto attraverso le azioni di chi si è reso colpevole. Ma sir Clinton è vicino…

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Il caso Burnaby di R.Austin Freeman

Frank Burnaby, un uomo sulla cinquantina, tranquillo, timido, gentile. Sua moglie sulla trentina, attraente ed esuberante. Quattro figli, tre ragazzi e una ragazza.  Ed un amico, Cyril Parker, bello, gradevole, sagace. Una famiglia felice, per il dottor Jardine che racconta la storia. Ma qualcosa succede, qualcosa di strano perché Frank viene colto sempre più spesso da attacchi che sembrano dovuti ad un veleno (viso arrossato, gola secca e pupille dilatate). Per svelare il mistero occorre l’intervento dell’amico dottor Thorndyke. Andando al sodo gli attacchi sembrano collegati a qualche cibo preparato dalla moglie e fornito da Cyril. Moglie che, per questo, verrà accusata. Ma Thorndyke sui veleni ne sa una più del diavolo…

Ottima Introduzione e scelta dei testi del nostro Mauro Boncompagni. Si respira in questi romanzi un’atmosfera strana, misteriosa, irrazionale. Persone che svaniscono, persone e animali che muoiono in maniera inesplicabile. Comunque dalla lettura attenta e minuziosa (ci vuole un po’ di pazienza) dei meccanismi e dei mezzi scientifici che portano alla morte (per contrastare, appunto, l’irrazionale), compresa una discreta serie di veleni, anche noi lettori siamo ora pronti a scaraventare nella bara qualcuno che ci sta sul gozzo con ampie possibilità di farla franca. Di French, sir Clinton e Thorndike non se ne vedono in giro.