Sherlock Holmes. La morte a Scotney Castle di Tim Symonds, Mondadori 2022.

“Edizione straordinaria! Il cadavere di un uomo rinvenuto a Scotney Castle!”, annunciata da un giovane strillone, mette in moto l’istinto indagatore di Sherlock Holmes. Un caso che gli appare del tutto particolare, come spiegherà al non troppo convinto Watson…

Ma partiamo dall’inizio, ovvero dal 27 maggio 1904, quando Holmes viene invitato mediante telegramma da David Siviter, scrittore di successo e presidente della ricca e potente Kipling League (associazione che riunisce gli ammiratori delle opere di Rudyard Kipling), a tenere un discorso nella sua casa a Crick’s End nella parte orientale del Sussex, sui suoi famosi metodi deduttivi. Invito accettato dopo qualche insistenza di Watson.

Prima parlerà il dottore, elogiando le qualità dell’amico soprattutto attraverso alcuni difficili casi risolti. Poi sarà la volta di Holmes a decantare quelle del suo braccio destro e a descrivere il personalissimo sistema di approccio al crimine, per cui “una volta escluso l’impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, non può essere che la verità.” Il tutto davanti a David Siviter, lord Van Beers e in seguito anche a Sir Julius Wernher e Alfred Weit, mancando solo il pittore Edward Pevensey occupato a dare gli ultimi ritocchi ad un paio di quadri. Lo incontreranno più tardi e potranno osservare un suo quadro piuttosto interessante anche per gli svolgimenti futuri…

Al ritorno, quando arrivano a Etchingham, ecco l’annuncio del citato strillone. Il caso, riportato sull’”Evening Standard”  e chiuso dalla polizia come una disgrazia o suicidio, non convince Holmes. Si tratta di un cadavere di un uomo nudo semisommerso nello stagno lungo la vecchia carraia di Kilndown Wood. I suoi abiti sono posati ordinatamente lungo il bordo e in cima alla pila un cappello rosso cremisi a larga tesa ornato da una fascia realizzata con la pelle di un serpente. Questi, ed altri strani particolari, convincono Holmes che la morte dell’uomo sia da imputare, addirittura, agli stessi con cui hanno appena finito di illustrare i loro metodi di lavoro! Watson, invece, è molto titubante e si accenderà un dibattito serrato fra i due. I moventi dell’omicidio così strano potrebbero essere la guerra anglo-boera e le lotte scatenate in Australia intorno ai giacimenti d’oro, mentre l’ucciso, disposto in quel modo assai particolare, potrebbe costituire un messaggio per qualcuno. Ma per chi? Tutto sembra organizzato da una mente diabolica se si prendono in considerazione certi elementi: il tizio che all’inizio controllava le loro mosse; il quadro di Pevensey con l’olio di lino cotto; il Codice Watson che serve a verificare il rigor mortis; un cappello troppo piccolo; gli occhiali ecc…Insomma un bel guazzabuglio che metterà Holmes in grande difficoltà.

Alla fine del racconto segue un’Appendice. Ovvero siamo catapultati otto anni più tardi nel 1912 quando Watson riceve un telegramma del sessantenne Holmes che vive ormai nel Downs del Sussex e che preannuncia gravi eventi in vista…E si ritorna all’enigma di Scotney Castle con tutta una serie di osservazioni che mettono in luce il diabolico inganno orchestrato dalla Kipling League.

Un racconto documentatissimo sulla parte storica del colonialismo britannico, ricco di citazioni relative alle avventure del nostro famoso duo ma anche di altri lavori. E poi un vero scandaglio tra i dubbi e le macerazioni che li affliggono durante l’intera vicenda.

Per Sotto la lente di Sherlock abbiamo Il mistero dietro la Kipling League di Luigi Pachì che mette in luce, con la solita perizia, la vita, gli studi e le opere di Tim Symonds.