L’uomo che scompare di Philip Purser-Hallard, Mondadori 2022.

“In un piovoso pomeriggio di settembre, al 221B di Baker Street due visitatori sottopongono a Sherlock Holmes un caso che sembra sfuggire a ogni approccio razionale. Un uomo chiuso a chiave in una stanza vuota; accanto a questa un'altra stanza, con una scatola di legno sopra un tavolo e una palla da biliardo dentro la scatola. L'uomo, Thomas Kellway, si è dichiarato capace di spostare oggetti con il solo impulso della mente, senza toccarli, e per dimostrarlo doveva estrarre a distanza la palla dalla scatola ricorrendo ai suoi poteri extrasensoriali. Un'associazione dedita all'indagine scientifica dei fenomeni paranormali l'ha messo alla prova organizzando questo esperimento di telecinesi; tuttavia le cose hanno preso una piega inaspettata. La palla è rimasta dentro la scatola, ma Kellway è scomparso in presenza di testimoni dalla stanza in cui era rinchiuso.” Aggiungo che, come premio, ci sono in ballo ben diecimila sterline!

I due visitatori sono il famoso inventore Newnham Speight con l’assistente Talbot Rhyne, entrambi appartenenti alla suddetta Associazione. L’esperimento è avvenuto nella Parapluvium House di Newnham a Richmond. Secondo il loro racconto Kellway era visibile nella stanza alle cinque del mattino, mentre non lo era più cinque minuti dopo.

A complicare ancor più la faccenda abbiamo il detective dell’occulto Constantine Skinner, in passato già sicuro di avere risolto casi di fantasmi e reincarnazioni che, nella camera della sparizione, dice di aver visto “Una forma vuota che si agitava, un pallido residuo di qualcosa che era stato vivo”. E c’è perfino una contessa che tiene sedute spiritiche. Afferma di essersi messa in contatto con Kellway che ora si trova su un altro pianeta grazie all’intervento dei venusiani!

Ma non è finita qui perché si scoprirà che proprio in questa casa, allora conosciuta con un altro nome, c’era stato un omicidio dodici anni prima e un altro ancora quasi duecento cinquanta anni prima.  Forse ci si aggira un fantasma…

Per farla breve, il nostro Holmes si troverà invischiato tra fatture, mantra, Impulsi Vitali, l’Uomo Evoluto, ingerenze interplanetarie, mandanti venusiani,  bastoni animati, travestimenti, doppie identità, fotocamera stenopeica e chi più ne ha più ne metta. Senza dimenticare gli altri personaggi che possono far nascere dei dubbi e accusarsi fra loro. Arriverà anche un morto ammazzato, ma l’Investigatore non demorde e, ad un certo punto, riferendosi allo scomparso, “Ho capito tutto Watson: so come ha fatto, e non solo, l’ho fatto io stesso.” 

Colpissimo di scena finale.

Notizie sull’autore e spunti sul libro in L’enigma della camera chiusa come puzzle intellettuale del nostro Luigi Pachì.