Ho conosciuto la rivista cartacea Sherlock Magazine dal numero 6 e non l’ho più lasciata. Anzi,  ne sono diventato io stesso un collaboratore. E dunque, a maggior ragione, ogni volta che esce un nuovo numero sono contento di presentarlo ai lettori di questa rubrica. Siamo arrivati al numero 11 che contiene:

1)     Un lungo, esaustivo articolo di Luca Albrizio su Basil Rathbone, praticamente il migliore interprete di Sherlock Holmes al cinema e su Nigel Bruce, il più bravo nei panni del dottor Watson. Le analisi e le riflessioni varie sono condite da gustosi aneddoti come questo “Rathbone guadagnò una medaglia al valor militare per essersi travestito da albero allo scopo di avvicinarsi al nemico per carpirne le strategie militari”. E poi vai a dire che i travestimenti nei film non servono a nulla!

2)     Gianfranco Sherwood ci regala qualche episodio particolare della vita di A.C. Doyle attraverso la lettura di una autobiografia di Jerome K. Jerome, trovata su una bancarella. Appassionato sportivo, studioso di varie lingue, affascinato dall’occultismo e attratto da una vicenda di fantasmi che lo vide anche protagonista…

3)     Bello il racconto Il colore dei fiori di Fabio Vaghi. Un certo Lord Pendrake racconta a

Holmes di una donna morta, forse uccisa (si tratta della governante caduta dal balcone della sua stanza), una chiave d’oro, cocci, petali di tulipani e garofani, sottovasi, zolfo trovati sul luogo infausto dell’accaduto, una certa predisposizione per la chimica e poi…il daltonismo. Sì proprio il daltonismo è la chiave (o una delle chiavi) di volta per risolvere il mistero di quello che sembra proprio un omicidio.

4)     Arrivano poi le mie Pillole velenose, questa volta dirette verso l’abnorme proliferazione del giallo in generale, le recensioni e il numero strabordante di ossa che circolano nei romanzi polizieschi.

5)     Enrico Luceri ci propone la seconda parte di Storia del cinema giallo: anni ’70. il periodo “d’Argento” del cinema thrilling. Un titolo certo non esaustivo, perché accanto ai famosi “Profondo rosso” e “Suspiria” l’autore analizza anche film televisivi come “Il vicino di casa”, “La bambola”, “Il tram” e “Testimone oculare” che si propongono come piccoli, veri gioielli.

6)     Si continua con l'Osservatorio sherlockiano del nostro rinfrancato Luigi Pachì che ci delizia con gustosi aneddoti e notizie varie. Ancora di scena, per esempio, Doyle implicato nella morte del “leggendario escatologista Harry Houdini” in lotta acerba contro gli spiritualisti come lui.

7)     Segue l’altro, interessante racconto Come per sorridere di Simone Togneri. Qui il morto ammazzato (lo si capisce sempre dopo che è stato ammazzato) è un certo Carter Ponty, caduto da cavallo con una gamba fratturata. Diagnosi: infarto del miocardio. Ma per Armand Signot (che fa le veci di Holmes) c’è qualcosa che non quadra “Carter aveva speso le sue ultime energie per dirigersi verso il caminetto…”. Perché?

8)     Ed eccoci alla seconda parte di Il poliziesco in Italia negli anni Trenta di Valentina Catania, una vera delizia per gli appassionati sul dibattito critico relativo al giallo in quegli anni. Si citano interventi di Aldo Sorani, Corrado Pavolini, Alessandro Varaldo, Edoardo Anton, Piovene, Loris Rambelli, Luigi Chiarini e altri ancora a dimostrazione delle passioni che suscitava il romanzo poliziesco ai più alti livelli culturali. Naturalmente c’è chi lo apprezza e chi lo snobba…

9)     Enrico Solito ci offre, con la consueta abilità, la Disanima del canone: I cinque semi d’arancia pubblicato sullo “Strand” nel novembre 1891. Praticamente una serie di morti dovuti ad una lettera, una busta con tre K e cinque semi d’arancia. Riuscirà ancora il nostro eroe a sventare l’ultima minaccia? Un racconto che ha fatto discutere…

10) Per concludere C’è un cadavere in biblioteca a cura di Mauro Smocovich. Una serie di recensioni su libri da non perdere.

Dunque una bella pubblicazione che va richiesta attraverso www.delosstore.it.

Buona lettura!

 

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it