I guanti dell’assassino di Ngaio Marsh, Mondadori 2015.

Intanto una coppia di signori che vivono sotto lo stesso tetto: Percival Pyke Period e Harold Cartell. Il primo, “un signore alto e anziano, con le spalle decisamente curve, i capelli argentei, due grandi occhi castani e una bocca minuta”, ha ingaggiato la signorina Nicola per la stesura di un libro sulle buone maniere. Il secondo, non la faccio lunga, sparirà dalla scena quando lo troveranno nel fossato (c’erano dei lavori in corso per una fogna), “bagnato e sporco di fango, e sulla testa spiccava un segno rosso lasciato dal sangue” schiacciato da un collettore di circa quattrocento chili. Qualcuno ha spostato il ponte di assi fin quasi al bordo e, quando Cartell ci è passato sopra, è crollato. Sfortuna? No, omicidio.

Prima del fatale episodio una festa, un party dell’alta società a Baynesholme Manor, con caccia al tesoro e una frase del suddetto defunto che aveva destato qualche sconcerto “Ho saputo da fonte certa che un tizio ha falsificato il suo nome in un registro battesimale per certificare la propria discendenza da non so quale antica famiglia”. Ecco il dubbio disseminato dall’autrice insieme ad altri lungo tutto il percorso della storia, fra cui un progetto di investimento che lo stesso Cartell non approvava.

Il nostro Roderick Alleyn in età matura, sovrintendente di Scotland Yard, arriva per risolvere il mistero insieme all’ispettore Fox e si trova davanti a particolari inquietanti: situazione “prurignosa” (per lui) di una donna con due mariti, un giovanotto con due patrigni e un fratello e una sorella con una nipote di cortesia, una coppia poco di buono, due lettere di condoglianze alla stessa persona, guanti che spariscono così come un portasigarette d’oro lavorato con fermaglio di brillanti, una poesia “particolare” in carta da lettera azzurra reperita vicino al luogo del delitto “Se non sai che fare adesso, magari pensaci nel cesso”, coppia di cani irrefrenabili che scorrazzano per tutto il romanzo.

Non manca la vecchia amicizia tra Nicola e Alleyn (lei lo chiamava “Le Cid”) e l’innamoramento della stessa con uno dei personaggi a dare un tocco leggero e delicato alla trama. Faremo anche la conoscenza della moglie dello stesso Alleyn, la signora Troy, corti capelli scuri con ricciolo sulla fronte, esperta pittrice. Comunque tutti sono sospettati, tutti hanno qualche buon motivo per avere ucciso Cartell. E lì, davanti a loro, c’è Roderick a tirare le fila dell’intricata vicenda in una atmosfera avvolta nel silenzio più profondo (si sente perfino il fruscio delle dita). Con l’aiuto abbaiante del cane Pixie che il suo bel contributo lo vuole dare. E lo darà. Eccome se lo darà.

Trama complessa, ritmo lento e sovrabbondanza di dialoghi che non inficiano la qualità del libro, un inedito della grande Marsh!