La perenne attualità di un mito letterario

In libreria una originale raccolta di studi critici dedicati a Sherlock Holmes

Il mito di Sherlock Holmes è intramontabile. Il Giallo Mondadori – Sherlock propone ogni mese una rappresentativa selezione della produzione degli apocrifi e pastiche dedicati al personaggio che il mercato editoriale sforna ininterrottamente. Cinema e televisione riscoprono periodicamente il detective di Baker Street e ne offrono continue reinterpretazioni: in questi giorni, la BBC sta trasmettendo la quarta stagione dello Sherlock di Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, Elementary con Johnny Lee Miller e Lucy Liu è giunto alla quinta stagione e, stando alle notizie più recenti, a breve dovrebbero iniziare le riprese del terzo episodio della saga holmesiana firmata da Guy Ritchie con Robert Downey Jr. e Jude Law.

Ma la vitalità della creatura di Arthur Conan Doyle è attestata anche dalle numerose analisi che studiosi ed accademici di varia estrazione culturale propongono del personaggio e del suo universo letterario. Un significativo esempio in tal senso è rappresentato da His everlasting bow. Italian studies in Sherlock Holmes, recentemente pubblicato da Aras Edizioni, a cura di Alessandra Calanchi e Stephen Knight.

Il volume raccoglie i contributi di alcuni dei massimi esperti italiani di Sherlock Holmes: Valerio Viviani (“So long lives this, and this gives life to thee”: The collector’s mythopoeic yearning and Sherlock Holmes), Gabriele Mazzoni (A suitable job for a doctor? Collecting Sherlockiana), Caterina Marrone (Encoding/Decoding/Transcoding Sherlock Holmes), Enrico Solito (Doctor Watson’s “Emergency” in Afghanistan), Stella Mattioli (Sherlock Holmes and the U.S. academic world), Enrico e Fabio Petrella (A Feng Shui for Sherlock Holmes), Marco Grassi (In the backstage of Baker Street: the 1968 Rai adaptations), Luca Sartori (A study in myself), Gian Italo Boschi (The apocryphal resignation letter by professor James Moriarty, the author of the Dynamics of an asteroid and a treatise on the binomial theorem), Raniero Bastianelli (A hell in miniature).

Nel testo, è presente anche un’intervista di Alessandra Calanchi a Nando Gazzolo, interprete di Sherlock Holmes negli sceneggiati prodotti dalla Rai nel 1968 e tratti da La maledizione dei Baskerville e La valle della paura (di cui il citato testo di Grassi ripercorre la lavorazione). Emozionante ricordo di un attore, a circa due anni dalla sua scomparsa, che ha tra l’altro legato il suo nome al cinema holmesiano per aver doppiato Peter Cushing, nel ruolo dell’investigatore, ne La furia dei Baskerville, produzione Hammer del 1959 diretta da Terence Fisher.

I temi affrontati sono dunque numerosi e diversificati, ogni studioso offre la sua personale prospettiva analitica ed interpretativa e riserva un peculiare ed originale approccio al soggetto di riferimento, rendendo il testo assai ricco di spunti, di sfaccettature e di inedite suggestioni, capace di avvincere il lettore e confermando, in tal modo, che anche la letteratura esegetica e gli studi accademici possono risultare vivaci, appassionanti, coinvolgenti e trasmettere a chi vi si avvicina il profondo interesse che gli autori riservano alla materia trattata.

Insomma, un volume originale e prezioso – pubblicato a trent’anni dalla nascita di Uno studio in Holmes, prestigiosa associazione italiana di cultori del detective – imprescindibile per gli esperti holmesiani, che fin dal titolo rimanda alla perenne attualità del personaggio e del suo mito.

I curatori

Alessandra Calanchi insegna Letteratura Angloamericana e Storia della Cultura Angloamericana presso l’Università di Urbino “Carlo Bo”. Si interessa prevalentemente di letteratura ebraico-americana e di narrativa di genere. Ha pubblicato, tra l’altro: Vicini lontani. Solitudine e comunicazione nel romanzo americano (1990), Quattro studi in rosso. I confini del privato maschile nella narrativa vittoriana (1997), Dismissing the Body. Strange Cases of Fictional Invisibility (1999) e Oltre il Sogno. La poetica della responsabilità in Delmore Schwartz (2008). Ha curato 221B Baker Street. Sei ritratti di Sherlock Holmes, antologia di racconti di Arthur Conan Doyle (2001), la raccolta di saggi American Sherlockitis. Ovvero, come Sherlock Holmes conquistò il Nuovo Mondo (2005) e Arcobaleno noir. Genesi, diaspora e nuove cittadinanze del noir fra cinema e letteratura (2014).

Stephen Knight ha svolto un’intensa attività accademica, tra l’altro, presso l’Università di Sidney, l’Australian National University, l’Università di Melbourne e la De Montfort University di Leicester. È membro della English Association e dell’Australian Academy of the Humanities. Nel 2005 è stato insignito dell’International Mythopoeic Association Prize (per il suo studio Robin Hood: a Mythic Biography) e, nel 2012, del James Leader Randall Prize (per The Arctic Arthur). Tra le sue opere ricordiamo: Form and Ideology in the Crime Fiction (1980), Arthurian Literature and Society (1983), Geoffrey Chaucer (1987), Continent of Mystery: a Thematic History of Australian Crime Fiction (1997); Merlin: Knowledge and Power (2009). Ha tenuto corsi e conferenze presso le università di Rochester, New York, Nantes, Bologna, di Rostock.