Altro romanzo pubblicato nel mese di novembre, dalla Polillo Editore, è Uno sparo in biblioteca ( The Layton Court Mystery, 1929) dello scrittore inglese Anthony Berkeley.

Nella sua lunga carriera l’autore ha usato vari pseudonimo come Francis Iles e A. Monmouth Platts.

Fu uno degli scrittori più importanti del suo tempo (la cosiddetta "Età dell'oro dei libri gialli") e venne paragonato ad altri colleghi come Agatha Christie, Dorothy L. Sayers e G. K. Chesterton del "Detection Club".

Il suo personaggio più famoso fu Roger Sheringham, protagonista di dieci romanzi, il più famoso dei quali è The Poisoned Chocolates Case del 1929, in Italia intitolato Il caso dei cioccolatini avvelenati (I bassotti n. 5).

Di questo autore la Polillo ha pubblicato anche il romanzo Caffè al veleno a Piccadilly e Chi è il colpevole? Quest’ultimo scritto con la partecipazione di più autori.

L’autore:

Anthony Berkeley, dopo un inizio come giornalista e scrittore umoristico, esordì nella narrativa poliziesca nel 1925 con The Layton Court Mystery (Uno sparo in biblioteca - I bassotti n. 121), un omaggio al padre, grande appassionato di gialli. Il suo personaggio per eccellenza è il detective dilettante Roger Sheringham, che comparirà in dieci romanzi e due racconti, il più famoso dei quali è The Avenging Chance (1925, Il caso vendicatore) che fornì lo spunto per il celeberrimo The Poisoned Chocolates Case (1929, Il caso dei cioccolatini avvelenati - I bassotti n. 5). Tra i romanzi più significativi vanno ricordati The Second Shot (1930) e Trial and Error (1937). Di grandissima importanza sono poi le opere firmate come Francis Iles. Malice Aforethought (1931, L'omicidio è un affare serio - I bassotti n. 14) e Before the Fact (1932, Il sospetto, da cui Hitchcock trasse l’omonimo film) introdussero un taglio molto più moderno nella letteratura gialla. Nel 1939, dopo la pubblicazione di As for the Woman, l’autore cessò la sua attività letteraria, limitandosi a quella di critico per il Sunday Times. Il motivo della sua decisione non fu mai chiarito, anche se all’epoca si parlò di un’eredità. Del resto lui l’aveva sempre detto: «Quando troverò qualcosa che mi renderà di più delle detective stories, mi dedicherò a quello».

La “quarta”:

In questo romanzo del 1925 fece la sua prima apparizione Roger Sheringham, l’investigatore dilettante dai modi un po’ bruschi già incontrato nel celebre Caso dei cioccolatini avvelenati (I bassotti n. 5). Ospite della lussuosa residenza di campagna del finanziere Victor Stanworth, Sheringham conta di trascorrere alcuni giorni di riposo in compagnia di gente piacevole e interessante. Ma un mattino Victor non compare come al solito a colazione, e dopo una breve ricerca il suo cadavere viene trovato nella biblioteca della villa. Porte e finestre della stanza sono chiuse dall’interno e la mano del morto impugna ancora la pistola che ha sparato il colpo fatale. Un suicidio, è evidente, visto che sul tavolino di fronte c’è persino un biglietto nel quale il padrone di casa annunciava l’intenzione di farla finita. Eppure… Fino al giorno prima l’uomo si era intrattenuto cordialmente con tutti e non aveva affatto l’aria di chi medita di togliersi la vita. E poi dov’è finito il vaso di porcellana blu che si trovava sulla mensola del camino proprio alle spalle di Victor? Perché quel curioso interesse degli ospiti per il contenuto della cassaforte della villa? E come mai Lady Stanworth, la cognata, così come il maggiordomo Graves e il segretario tuttofare, il maggiore Jefferson, non sembrano molto sconvolti da quella morte?

Anthony Berkeley, Uno sparo in biblioteca ( The Layton Court Mystery, 1929)

Traduzione Dario Pratesi

Polillo Editore, collana I bassotti 121, pagg. 281, euro 14,90